Taranto: imprenditore si toglie la vita in carcere
Stava aspettando il trasferimento in una casa di cura perché gli era stata riconosciuta la semi infermità mentale. é stato trovato impiccato dagli agenti della penitenziaria
Taranto: imprenditore si toglie la vita in carcere. Stava aspettando il trasferimento in una casa di cura perché gli era stata riconosciuta la semi infermità mentale. é stato trovato impiccato dagli agenti della penitenziaria.
La tragica vicenda di F.L., imprenditore di 53 anni della provincia di Taranto, si è conclusa con il suo suicidio in carcere dove stava scontando una pena di tre anni e mezzo per stalking e violenze sessuali contro la moglie.
Parziale infermità mentale
Diagnosticato con una parziale infermità mentale e con una lunga storia di dipendenza da sostanze, l’uomo affrontava un tormento interiore che lo ha portato a compiere gesti estremi.
Il suo comportamento violento e ossessivo, alimentato da deliri di tradimento e presenze immaginarie, aveva causato una convivenza segnata da aggressioni, minacce e abusi.
Nonostante il percorso giudiziario che aveva riconosciuto la sua semi infermità e l’ottenimento di un trasferimento in una struttura di cura, la sua vita è terminata in uno dei luoghi più difficili e disumanizzanti, lasciando dietro di sé una scia di dolore e riflessioni sulla sicurezza e la salute mentale nelle carceri.
Questa storia toccante ci ricorda l’importanza di affrontare con umanità e attenzione le fragilità psicologiche, anche in contesti complessi, per evitare esiti così drammatici e costruire un futuro dove la dignità e il rispetto siano sempre al centro.