Tik Tok, il social cinese amato dai più giovani finisce nel mirino dell’Fbi

Redazione
Tik Tok, il social cinese amato dai più giovani finisce nel mirino dell’Fbi

Anche la piattaforma per la condivisione di video TikTok è finita nella sfida strategica, geopolitica e tecnologica epocale, che sta avvenendo fra gli Stati Uniti e la Cina. Washington infatti ha aperto un’inchiesta sull’acquisto della social media application Musical.ly da parte di ByteDance Technology, la compagnia di Pechino che possiede TikTok, per verificare se mette a rischio la sicurezza nazionale americana. Dopo Huawei, Zte, il network delle telecomunicazione 5G, il dominio dell’intelligenza artificiale e altri casi di scontro legati alla tecnologia, anche quello che potrebbe sembrare un innocuo passatempo finisce sotto la lente, per il timore che venga in realtà sfruttato allo scopo di manipolare l’opinione pubblica.

ByteDance è una start-up cinese che in soli sette anni è diventata un colosso valutato almeno 78 miliardi di dollari. Nella prima metà del 2019 ha ottenuto risultati superiori alle aspettative con i ricavi, incassando oltre 7 miliardi di dollari. Una delle sue operazioni di maggior successo è stata la piattaforma TikTok, che consente di condividere brevi video e ritoccarli a piacere. Negli Stati Uniti ha avuto enorme fortuna soprattutto fra i più giovani, come sa ogni genitore che li vede spesso attaccati allo schermo per guardare o scambiare le immagini. Musicisti popolari come Ariana Grande Katy Perry sono diventati fan, e quindi indiretti promotori di TikTok, probabilmente senza neanche sapere che si tratta di un prodotto cinese. Così i suoi utenti attivi negli Stati Uniti sono diventati 26,5 milioni di persone, di cui il 60% appartiene alla categoria di età compresa tra 16 e 24 anni.

Due anni fa ByteDance ha acquistato per un miliardo di dollari la social media app Musical.ly, fondata da Alex Zhu, che guida anche TikTok e riporta direttamente al ceo Zhang Yiming. Ora gli Usa hanno aperto un’inchiesta su questa operazione. Lo hanno fatto attraverso il Committee on Foreign Investment (Cfius), ossia la struttura che monitora gli investimenti stranieri negli Stati Uniti, per garantire che non presentino rischi per la sicurezza nazionale. La giustificazione sta nel fatto che ByteDance non aveva comunicato l’acquisto, e quindi è necessario rivederlo. La realtà, però, è che Washington vuole verificare se le attività della start-up cinese rappresentano una minaccia. Questo è un timore bipartisan, visto che la settimana scorsa il leader dei senatori democratici Schumer si è alleato con il collega repubblicano Cotton, per sollecitare l’indagine. Una prima preoccupazione riguarda l’uso della censura su TikTok. Ad esempio, nonostante le immagini delle proteste ad Hong Kong siano diventate virali in mezzo mondo, pochi video di queste manifestazioni sono apparsi sulla piattaforma basata nella Repubblica popolare. Un secondo pericolo riguarda la manipolazione dei contenuti, ossia la possibilità che TikTok venga utilizzata dalle autorità di Pechino per diffondere propaganda o fake news. Il terzo rischio è legato all’uso dei dati degli utenti americani, che secondo la compagnia cinese sono conservati negli Usa, ma potrebbero essere adoperati per scopi discutibili. Il Cfius sta discutendo con ByteDance le misure che potrebbe adottare per evitare di perdere l’investimento in Musical.ly, ma l’indagine ha in realtà uno scopo più ampio e rientra nella sfida tecnologica globale fra Usa e Cina. (La Stampa)

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