Torino, detenuta muore in cella di fame e di sete

Redazione
Torino, detenuta muore in cella di fame e di sete

Torino, detenuta muore in cella di fame e di sete. Una donna nigeriana detenuta nel carcere delle Vallette a Torino si è lasciata morire di fame e di sete ed è deceduta nella notte di oggi, venerdì 11 agosto.

Era dal 22 luglio che aveva smesso del tutto di mangiare e di bere, rifiutando qualsiasi tipo di nutrizione, idratazione o altra terapia. Nei giorni scorsi era chiamato anche il 118 per un ricovero d’urgenza. Ma la detenuta aveva rifiutato anche quello.

Non sono al momento note le ragioni che hanno indotto la donna a intraprendere uno sciopero della fame così radicale, una protesta dalla quale tuttavia nessuno è riuscito a distoglierla.

Per lei, come era avvenuto per Alfredo Cospito nei giorni della sua protesta, non è possibile sottoporla forzatamente a nessuna terapia dal momento che la sua scelta è sempre espressa con grande lucidità.

Il fatto che la donna rifiutasse anche di idratarsi ha accelerato evidentemente il processo che l’ha portata alla morte.

Nel 2022 record di suicidi in carcere

Stando a quanto rivelato dall’ultimo rapporto dell’associazione Antigone il 2022 è “passato alla storia come l’anno con più suicidi in carcere di sempre”, con 85 persone che si sono tolte la vita all’interno di un penitenziario.

Cinque sono i suicidi avvenuti nel solo carcere di Foggia. La maggior parte di queste persone (50, ossia quasi il 60%) si sono tolte la vita nei primi sei mesi di detenzione, osserva Antigone, sottolineando in particolare che 21 casi sono avvenuti nei primi tre mesi di detenzione.

Sedici nei primi dieci giorni e 10 entro le prime 24 ore dall’arrivo in carcere. Nel suo rapporto, l’associazione ha ricordato anche i casi dei due detenuti morti nel carcere di Augusta dopo 41 e 60 giorni di sciopero della fame.

Ogni giorno, emerge nel dossier, sono circa 30 i detenuti in sciopero della fame, in assoluto la più utilizzata delle forme di protesta in carcere, cui talvolta si aggiunge anche la rinuncia alla terapia.

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