Torino rivoluziona le analisi: spettrometria di massa in 40 minuti, 24 ore su 24

All’Ospedale Molinette arriva un sistema automatizzato che trasforma le analisi cliniche: rapidità, precisione e continuità per diagnosi più tempestive.

Redazione
Torino rivoluziona le analisi: spettrometria di massa in 40 minuti, 24 ore su 24
Ospedale Molinette di Torino - Immagini dal Web

L’Ospedale Molinette di Torino ha attivato un sistema completamente automatizzato per la spettrometria di massa, rendendo possibile una diagnostica avanzata operativa 24 ore su 24. Il nuovo apparato consente di ottenere analisi di precisione in meno di 40 minuti, anche in orario notturno e nei festivi, riducendo drasticamente i tempi di risposta in situazioni cliniche urgenti.

Questa innovazione è la prima in Italia ad essere pienamente integrata in un ospedale pubblico, all’interno del laboratorio di Biochimica Clinica diretto dal professor Giulio Mengozzi. È stata sviluppata da Roche Diagnostics e si inserisce nel programma di digitalizzazione diagnostica avviato dalla Regione Piemonte.

Come funziona la spettrometria automatizzata

Il nuovo sistema integra tutte le fasi del processo: preparazione del campione, lettura spettrometrica, interpretazione automatica e invio al medico. La macchina è progettata per operare in flusso continuo e gestire fino a 400 campioni al giorno.

In passato, questo tipo di analisi richiedeva personale altamente specializzato, lunghe tempistiche e lotti ridotti. L’automazione consente ora di utilizzare la spettrometria anche in contesti clinici urgenti come pronto soccorso, terapia intensiva, oncologia e farmacologia.

Perché riduce errori e tempi critici

La spettrometria di massa è una delle tecniche più precise disponibili per l’identificazione di molecole complesse, come farmaci, ormoni, metaboliti e tossine. Tuttavia, fino ad oggi era troppo lenta e costosa per un uso quotidiano su larga scala.

Grazie alla nuova piattaforma, le analisi si concludono in media in 37 minuti, contro le 3–5 ore delle tecnologie manuali. Questo consente ai medici di intervenire prima, correggere dosaggi farmacologici, evitare reazioni avverse o individuare infezioni nascoste.

Inoltre, l’eliminazione del margine d’errore umano nella preparazione dei campioni migliora l’affidabilità complessiva del risultato, riducendo il rischio di diagnosi sbagliate.

Dove sarà usata: applicazioni cliniche prioritarie

Le prime applicazioni previste includono:

  • Tossicologia clinica (es. overdose, avvelenamenti)

  • Farmacocinetica terapeutica (monitoraggio di antibiotici o immunosoppressori)

  • Oncologia molecolare (screening mirato e follow-up)

  • Analisi endocrinologiche e ormonali (es. cortisolo, testosterone)

Il laboratorio è in grado di lavorare in modalità “stand-by” notturna e attivarsi in emergenza, fornendo i risultati in tempo utile anche per pazienti ricoverati in terapia intensiva o con patologie acute.

I limiti dell’adozione nazionale

Nonostante il successo del modello torinese, la diffusione su scala nazionale presenta alcune criticità. Prima tra tutte, il costo elevato dell’investimento iniziale (oltre 1,2 milioni di euro), che può rappresentare un ostacolo per ospedali di piccole dimensioni.

In secondo luogo, è necessaria una fase di formazione del personale tecnico e clinico per interpretare correttamente i dati. Anche l’interoperabilità con i sistemi informativi ospedalieri è un punto chiave per l’implementazione su larga scala.

La Regione Piemonte prevede di estendere il modello ad altri ospedali entro il 2026, ma serviranno fondi PNRR o progetti UE per un’adozione sistemica.

L’impatto sul sistema sanitario e sui pazienti

Gli effetti attesi includono:

  • Riduzione delle degenze ospedaliere prolungate

  • Aumento dell’efficienza dei reparti critici

  • Miglioramento della tempestività delle terapie

  • Migliore gestione delle risorse di laboratorio

Per i pazienti, questo si traduce in diagnosi più rapide, terapie più mirate e minori rischi di complicanze. Per il sistema sanitario, significa risparmio di costi a lungo termine, nonostante l’investimento iniziale.

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