Torna in carcere il boss Salvatore Milano, detto Totuccio

Redazione
Torna in carcere il boss Salvatore Milano, detto Totuccio

Torna in carcere il boss Salvatore Milano, detto Totuccio. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione all’ordinanza del Tribunale di Palermo – Sezione per il Riesame.

L’ordinanza ripristina la misura cautelare della custodia in carcere a carico di Salvatore Milano detto “Totuccio o Tatieddu”, accusato di estorsione aggravata da metodo mafioso.

I fatti risalgono agli anni 2016 e 2017, quando le indagini dei finanzieri del Gico “consentirono di accertare il ruolo attivo di Salvatore Milano in merito ad una richiesta estorsiva commessa nei confronti di una nota attività commerciale del centro storico cittadino – dicono le fiamme gialle-.

Nell’ambito del medesimo procedimento, a maggio del 2018, erano già stati arrestati per altre vicende estorsive Luigi Salerno e Giuseppe Bosco”.

La richiesta “estorsiva avanzata con metodo mafioso nei confronti dei titolari della società prevedeva il pagamento di somme di denaro di importo compreso tra i 500 e 1.000 euro.

A titolo di “messa a posto”, necessaria per ottenere l’autorizzazione ad esercitare il commercio nel territorio del mandamento di Porta Nuova ed evitare la commissione di danneggiamenti o altri atti ritorsivi ai loro danni”, dicono gli investigatori.

Migranti: scoperta banda di trafficanti di uomini, 14 fermi

La Polizia ha eseguito il fermo di 14 stranieri accusati di far parte di un’associazione a delinquere transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Non solo, ma anche all’esercizio di attività abusiva di prestazione di servizi di pagamento e altri delitti contro la persona; l’ordine pubblico, il patrimonio e la fede pubblica; reati aggravati dalla transnazionalità.

L’indagine, svolta dalla Squadra Mobile di Palermo e dal Servizio Centrale Operativo e coordinata dal Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi; dal Procuratore Aggiunto Marzia Sabella e dai pm Gery Ferrara, Claudio Camilleri e Giorgia Righi; ha portato alla scoperta di un’organizzazione criminale, con cellule operanti in Africa, in diverse aree del territorio nazionale e in altri Paesi europei.

L’associazione, infine, agiva su due fronti diversi. Il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e l’esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria tramite il cosiddetto metodo “hawala”.

Metodo, inoltre, utilizzato principalmente per il pagamento dei viaggi dei migranti o come prezzo della loro liberazione dai centri lager in Libia. 

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