Traffico cocaina, la 70enne ‘zia Bianca’ a capo organizzazione

Redazione
Traffico cocaina, la 70enne ‘zia Bianca’ a capo organizzazione

Traffico cocaina, la 70enne ‘zia Bianca’ a capo organizzazione. Smantellata un’organizzazione attiva nel traffico di cocaina. Militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale.

E’ emessa dal gip nei confronti di 15 persone per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti; di cui sei in carcere, due ai domiciliari e sette obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.

Al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma; gli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno smantellato un sodalizio criminale dedito allo smercio di cocaina nella periferia Ovest della Capitale e sul litorale romano.

L’organizzazione era promossa e diretta da Bianca Zarfati di 71 anni, soprannominata ‘Zia Bianca’, che si riforniva stabilmente di droga da Marco Corina di 68 anni e Marcello Gauzzi di 58, tutti con numerosi precedenti specifici.

Da quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche e ambientali eseguite, i tre, destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, commentavano di essere rimasti tra i pochi a operare con “serietà” nel settore, facendo le cose alla “vecchia maniera”, in cui contava la “parola data”.

A casa di zia Bianca il centro operativo

Essendo agli arresti domiciliari, Zarfati aveva stabilito il centro direzionale e operativo dell’associazione nella sua casa a Fiumicino, dove intratteneva i contatti con i fornitori e impartiva le disposizioni per le cessioni dello stupefacente.

Inoltre, la riscossione dei relativi compensi a Fernanda Succi, alla figlia di quest’ultima, Valentina Mercadante, e a Cesira Succi. Per queste attività il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere per Mercadante e gli arresti domiciliari per le Succi.

Pur privilegiando gli incontri di persona ai colloqui telefonici, per le conversazioni a distanza era condiviso un singolare linguaggio criptico ispirato al mondo della gastronomia, in cui la cocaina diventava, a seconda dei casi, “fettine panate”, “lasagne” e “spaghetti alle vongole”.

Come affermato da Zarfati in una conversazione captata: “le telefonate mie e sue sono tutte di mangiate… mai… mai… mai parlato di niente…”.

Per trovare una valida alternativa al business in corso e compensare la perdita economica derivante dal sequestro di droga nell’ambito di un’operazione di servizio conclusa con l’arresto di un “corriere”, Zarfati “rispolverava” un suo vecchio contatto peruviano.

Voleva avviare, insieme a Corina e Gauzzi, una trattativa per l’acquisto di narcotico direttamente dal Sud-America a prezzi concorrenziali; che si sarebbe dovuta concretizzare con una prima fornitura di 6 kg di cocaina.

Individuati i peruviani

Anche se l’affare non si concludeva, le indagini hanno consentito di individuare i referenti dell’organizzazione peruviana in Walter Jesus Nunez Moren e Junior Gabino Huaman Lopez; nei cui confronti è disposta la custodia cautelare in carcere.

Con riferimento a 7 acquirenti di droga, anche loro identificati dagli investigatori, il gip ha disposto, invece, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Gli accertamenti svolti hanno, infine, fatto emergere come 7 indagati percepiscano o abbiano percepito; direttamente o in quanto inclusi nel nucleo familiare dei beneficiari; il “reddito di cittadinanza” o il “reddito di emergenza”.

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