Tragedia: 27enne muore il primo giorno di lavoro
Tragedia: 27enne muore il primo giorno di lavoro. Questa mattina 5 luglio, mentre lavorava in un cantiere edile a Valguarnera, nell’ennese, ha trovato la morte l’operaio ventottenne Roberto Savasta. Il giovane niscemese era al suo primo giorno in quel cantiere.
Dobbiamo purtroppo, quindi registrare ancora una volta una immane tragedia con la morte sul lavoro di Roberto Savasta, che è deceduto precipitando da un ponteggio allestito in un cantiere dove svolgeva funzioni di operaio.
Il giovane, assunto da una società di Ragusa, era il primo giorno di lavoro, si sarebbe dovuto occupare della manutenzione dei tetti. Si trovava a lavoro sul tetto del magazzino di stoccaggio di un hard discount quando è precipitato nel vuoto, facendo un volo di 12 metri.
Le indagini affidate ai carabinieri
Il 28enne è stato prontamente trasportato all’ospedale di Enna. Ma a causa delle ferite riportate non ce l’ha fatta. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della compagnia di Enna per effettuare i primi rilievi e per ricostruire l’esatta dinamica della tragedia sul lavoro, su cui sono in corso verifiche.
Roberto era al suo primo giorno di lavoro
I militari dell’Arma hanno sequestrato l’area dell’incidente e stanno indagando per accertare eventuali responsabilità. Roberto era originario di Niscemi, dove era molto conosciuto. Come tanti siciliani, Roberto era andato all’estero, in Francia per trovare lavoro.
Era riuscito però a tornare, trovando finalmente un ingaggio per i cantieri nell’ennese. Fin da ragazzino aveva prestato la sua manodopera all’interno di un’azienda agricola che si occupa di ortaggi.
L’emigrazione in Francia
Poi l’emigrazione in Francia, e il rientro lavorativo tanto desiderato in Sicilia. Quel lavoro però è stato l’ultimo della sua vita, stroncata troppo presto.
Fin da ragazzino aveva prestato la sua manodopera all’interno di un’azienda agricola che si occupa di ortaggi. Poi l’emigrazione in Francia, e il rientro lavorativo tanto desiderato in Sicilia. Quel lavoro però è stato l’ultimo della sua vita, stroncata troppo presto.
È questo il bivio in cui Roberto e tanti siciliani si ritrovano a vivere: dover fuggire dalla Sicilia per trovare un lavoro dignitoso o rischiare la sorte e accettare la precarietà a cui il mercato del lavoro in Sicilia li costringe.