Trapani: eseguite 5 misure cautelari. Arrestato il boss dentista Mariano Asaro

Redazione
Trapani: eseguite 5 misure cautelari. Arrestato il boss dentista Mariano Asaro

Trapani: eseguite 5 misure cautelari. Arrestato il boss dentista Mariano Asaro. Blitz antimafia questa mattina all’alba nei confronti di affiliati alle famiglie mafiose di Castellammare del Golfo e Paceco, nel Trapanese. In azione i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Che hanno eseguito 4 misure cautelari e una interdittiva in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Palermo. Su richiesta della stessa dda del capoluogo siciliano.

In manette “il reggente, Mariano Asaro, soprannominato il dentista’. E già condannato per associazione mafiosa – spiegano gli inquirenti – e Carmelo Salerno, considerato il capomafia di Paceco. Già detenuto dal giorno del suo arresto nell’operazione dei Carabinieri Scrigno del marzo del 2019”.

Tra gli indagati, invece, figura un altro nome eccellente, l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello. Che, secondo gli inquirenti, avrebbe aiutato e favorito i boss nella gestione di un ambulatorio odontoiatrico.

In molti degli incontri riservati, Asaro veniva sorpreso ad esternare tutto il suo astio nei confronti del vertice della famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo. DOMINGO Francesco, nonché dei collaboratori di giustizia e in particolare nei confronti di quelli che lo avevano accusato dell’omicidio del pubblico ministero di Trapani, Giangiacomo CIACCIO MONTALTO. Fatta eccezione per il collaboratore MILAZZO Francesco Giuseppe, il quale per stessa ammissione di ASARO, lo aveva “salvato” dichiarando la sua estraneità a quell’omicidio.

Le accuse

Secondo l’accusa, infatti, Asaro “con l’ausilio di Salerno ed altri indagati creava una società intestata a prestanome per la gestione di un ambulatorio odontoiatrico a Paceco. Grazie all’intervento dell’ex deputato regionale Paolo Ruggirello lo studio odontoiatrico doveva essere convenzionato con la mutua”. I reati contestati dai pm sono quelli di associazione di tipo mafioso e fittizia intestazione di società aggravati dal metodo mafioso.

Per Ruggirello, che è già agli arresti domiciliari nell’ambito di un’altra indagine antimafia del trapanese, è scattato così un nuovo avviso di garanzia. Per gli inquirenti l’ex deputato regionale siciliano del Pd si sarebbe “mosso” per attivare l’iter burocratico all’ ASP. Ed ottenere così le autorizzazioni necessarie e la fondamentale convenzione con la mutua per lo studio odontoiatrico del boss Mariano Asaro.

Secondo il gip di Palermo, Claudia Rosini. “Le stabili e continuative relazioni tra Ruggirello e esponenti di spicco della Cosa Nostra trapanese non possono che ritenersi come il frutto di una compenetrazione organica del primo con il tessuto organizzativo dell’associazione mafiosa”.

Secondo l’accusa, l’ex deputato e il boss Mariano Asaro si incontravano nella rivendita di ortofrutta di Carmelo Salerno. Dove il primo mostrava sempre molta familiarità col secondo salutandolo con  baci e dandogli del “tu”.

Nelle indagini anche il sindaco di Paceco. Che riceveva il boss anche in Comune e lo chiamava “Don Mariano”. Per lui invito a rendere interrogatorio ai pm.

Chi è Asaro

La storia dell’appartenente a cosa nostra di Asaro inizia già prima degli anni 80. E’ affiliato alla famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo. All’interno della quale rivestiva una posizione apicale.

E in passato era autorizzato dai vertici di Cosa Nostra, in particolare da Vincenzo Virga, ad avere rapporti con personaggi mediorentali fornitori di esplosivi. Fu anche a lungo latitante ed inserito nella lista dei trenta latitanti più pericolosi fino all’arresto nel 1997.

Il suo nome, insieme a quello di altri esponenti di cosa nostra, fra i quali Agate Mariano e L’ala Natale, fa parte dell’elenco degli iscritti alla loggia massonica coperta “Iside 2”. Scoperta nel 1986 all’interno del circolo Scontrino.

Accusato, ma poi prosciolto, dei fatti di sangue tra i più gravi della storia mafiosa della provincia di Trapani. Veniva poi condannato più volte in via definitiva per associazione mafiosa, detenzione di armi ed estorsione.

Vanessa Miceli

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