Travolto mentre attraversa, muore a 39 anni

Redazione
Travolto mentre attraversa, muore a 39 anni

Travolto mentre attraversa, muore a 39 anni. Travolto e ucciso da un’auto mentre attraversa la strada, in prossimità di un incrocio semaforico. La tragedia lunedì sera verso le 18.45 a Passo di Riva, Dueville, in provincia di Vicenza, lungo la provinciale 248 Schiavonesca Marosticana.

A perdere la vita Hu Qiulei, cinese 40enne domiciliato a Dueville e con un lavoro in zona. Alla guida della Ford Smax che lo ha investito un 57enne di Abano Terme, in provincia di  Padova, che avrebbe riferito agli agenti della polizia locale Nordest Vicentino di non essersi accorto dell’uomo.

Infatti, non è ancora chiaro se procedesse in sella alla bicicletta o la stesse solo spingendo. Sarebbe sbucato all’improvviso, senza dare la possibilità all’automobilista di frenare.

Impatto violentissimo

Così il 40enne è stato caricato sul cofano, sbattendo la testa sul parabrezza andato in frantumi, quindi è stato scaraventato sull’asfalto. I traumi riportati gli sono stati fatali.

Impossibile, per i paramedici del Suem 118, riuscire a salvare il cinese. Accertamenti sono in corso da parte degli agenti di polizia locale – ad intervenire in ausilio i carabinieri – per ricostruire l’esatta dinamica dello schianto avvenuto in un tratto rettilineo comunque illuminato.

La tragedia è stata comunicata al pubblico ministero di turno che aprirà un’inchiesta e indagherà come da prassi l’automobilista padovano, contestandogli l’omicidio stradale.

L’ultimo incidente mortale solo sabato scorso, a Breganze, vittima un altro ciclista, la 40enne Valeria Vellardi di Marostica, mamma di un bambino di sei anni.

Usura ed estorsione: a denunciare un imprenditore bresciano

L’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Brescia è avviata nel dicembre 2020. Quando un libero professionista residente nel Bresciano, esasperato e stremato dalle continue minacce e pressioni psicologiche patite, aveva deciso di denunciare.

Nei mesi precedenti trovandosi in difficoltà post lockdown aveva chiesto soldi a soggetti legati a cosche della ‘Ndrangheta. Il bresciano ha raccontato di essere vittima di estorsione messa in opera da due persone.

Le quali, dopo essersi proposte per intermediare un debito economico di 50mila euro che il bresciano aveva con un imprenditore estraneo all’inchiesta, lo avevano costretto a versare con diversi bonifici a loro favore la somma complessiva di 19.500 euro di interessi oltre ai 45mila euro già consegnati in contanti.

Dalle indagini è emerso che diverse persone legate all’associazione di matrice ‘ndranghetista operavano nella provincia di Brescia commettendo frodi fiscali e reati di riciclaggio ed usura.

Attiva una rete fissa della criminalità

In Procura, durante la conferenza stampa per svelare i retroscena dell’operazione, è confermato che nel Bresciano è attiva una rete fitta della «criminalità Organizzata che si muove con riserva di violenza».

Sono 19 persone in tutto le persone coinvolte: «Il comune denominatore dei casi é evocare con gli imprenditori casati di appartenenza per ottenere quanto richiesto». In particolare sono 4 gli imprenditori offesi per cui si stanno organizzando misure di prevenzione e sicurezza.

Il procuratore capo di Brescia Francesco Prete ha sottolineato come esista un «rapporto perverso tra imprenditori e criminalità organizzata nell’emissione di fatture false e nel riciclaggio di denaro illecito».

«I criminali sono stati capaci di individuare la parte più debole dell’imprenditoria e avvicinarsi a loro proponendosi come mediatori – ha spiegato il tenente colonnello dei carabinieri Francesco Tocci -. Purtroppo abbiamo trovato nelle fasi iniziali anche omertà da parte degli imprenditori»

«Gli imprenditori si illudono di poter trattare alla pari con i mafiosi – ha concluso Prete -, ma non hanno capito con chi hanno a che fare. Alcuni cercano contatti con pregiudicati e sottovalutano i rischi».

«Ci siamo accorti che la cosca Facchineri si è radicata in modo stabile nel territorio e svolge attività in settore diversi – ha aggiunto Marco Garofalo, dirigente Sco Polizia -, dalle tradizionali zone dell’hinterland Milanese è stabilmente attiva anche nel Bresciano.

Non è una derivazione al nord, ma una realtà del territorio che punta non solo al controllo dell’economia criminale ma anche a di quella sana».

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