Trecento giorni di assenza: professore licenziato
Il docente ha chiesto e ottenuto un anno di aspettativa retribuita appena assunto. Alla scadenza ha poi accumulato centinaia di giorni di assenza fino al licenziamento

Trecento giorni di assenza: professore licenziato. Il docente ha chiesto e ottenuto un anno di aspettativa retribuita appena assunto. Alla scadenza ha poi accumulato centinaia di giorni di assenza fino al licenziamento .
All’Istituto tecnico Palladio di Treviso, un professore di 55 anni è stato definitivamente licenziato dopo un caso di assenteismo di 300 giorni.
La procedura, avviata a settembre 2024, si è conclusa con la cessazione del contratto senza possibilità di appello. A firmare il licenziamento è stata Rita Salvadori, dirigente scolastica, insieme agli uffici scolastici provinciale e regionale.
«Appena arrivata il 2 settembre, mi sono occupata della pratica e ho seguito tutto il processo necessario. Da allora, l’insegnante non si è più presentato in classe» dice Salvadori.
Vicenda iniziata nel 2022
La vicenda è iniziata nel 2022, quando il docente, assunto dopo un concorso, ha richiesto e ottenuto un anno di aspettativa retribuita. A settembre 2023 è tornato a scuola, ma nel corso dell’anno ha collezionato numerose assenze fino a non farsi più vedere da aprile 2024.
«Già a settembre non ha partecipato alle riunioni – racconta la preside – e da quel momento ha smesso di percepire lo stipendio». Nonostante ciò, a febbraio 2025 l’insegnante si è lamentato con la dirigente per il mancato pagamento: «Gli ho detto che solo chi lavora viene pagato».
La procedura è stata condotta con attenzione. «I giorni massimi di assenza ingiustificata sono tre, ma in situazioni simili bisogna avere prove solide per possibili contenziosi», afferma Salvadori.
È stata inviata una diffida formale e poi avviato il procedimento disciplinare. A novembre 2024, il professore era già stato informato del licenziamento con quattro mesi di preavviso.
Ora il termine è scaduto e il provvedimento è definitivo. Per l’insegnante, che vive tra Campania e Lazio e insegnava progettazione, non c’è possibilità di reintegro.
Il suo trasferimento a Treviso per completare l’anno di prova non è mai avvenuto. «Quando ci sentivamo – conclude la dirigente – mi parlava delle difficoltà nel trovare casa e ambientarsi.
Ma non sono scuse valide. L’ultima volta che l’ho contattato è stato il 14 marzo: era perfettamente consapevole della sua situazione».