Tredici arresti per tangenti sulla metropolitana, a Milano

Redazione
Tredici arresti per tangenti sulla metropolitana, a Milano
Alcune turiste in attesa di prendere un treno della metropolitana milanese, 18 ottobre 2013,nella giornata in cui è stato proclamato uno sciopero generale del trasporto. ANSA / MATTEO BAZZI

Tredici arresti per tangenti sulla metropolitana, a Milano. Un “terremoto” scuote l’Atm, l’azienda dei trasporti pubblici milanesi, per gli appalti della metropolitana.

La Guardia di Finanza, su richiesta del Gip Lorenza Pasquinelli ha eseguito 13 arresti (12 in carcere e uno ai domiciliari). Coinvolti dirigenti dell’azienda e manager di società private, accusati di corruzione propria, turbativa d’asta, peculato, abuso d’ufficio e falsi in atti pubblici.

Nel mirino dei magistrati 30 persone e 8 società

Trenta le persone fisiche indagate e 8 le società, per 8 gare dell’importo complessivo di oltre 150 milioni di euro. L’indagine, effettuata anche tramite intercettazioni che avrebbero fatto emergere “importanti elementi di colpevolezza”, ha riguardato appalti da ottobre 2018 a luglio 2019.

In questo arco temporale “sono registrate promesse in denaro pari a 125mila euro oltre a diverse utilità quali prestazioni di servizi e benefit vari”. Le utilità più significative, sottolineano ancora gli inquirenti, “sono rappresentate dall’acquisizione di rilevanti sub appalti di lavori pubblici nella Metropolitana Milanese”.

Perquisizioni sono disposte in diverse città d’Italia, da Milano, a Savona, a Bologna, Firenze, Napoli e Pescara. Secondo gli investigatori, vi sarebbero “decine di episodi corruttivi e di turbativa d’asta maturati in particolare nel settore degli appalti per l’innovazione e la manutenzione” e che avrebbero coinvolto esponenti di aziende private quali Siemens Mobility, Alstom Ferroviaria, Engineering Informatica.

Così condizionavano gli appalti

“Le indagini – dicono ancora gli investigatori – hanno accertato l’esistenza di un sistema di metodica alterazione di gare ad evidenza pubblica indette da Atm”. Sistema il cui principale artefice, sempre secondo l’accusa, sarebbe Paolo Bellini, responsabile dell’Unità Amministrativa Complessa sugli Impianti di Segnalamento e Automazione delle linee della metropolitana.

Intorno a lui “ed alle società Ivm e Mad System occultamente create e dirette dal funzionario infedele”, si sarebbe sviluppata una vera e propria associazione a delinquere. Bellini avrebbe anche pilotato alcune procedure d’assunzione “favorendo soggetti privi delle necessarie professionalità e competenze, ma legati alle imprese che lo remuneravano illecitamente”.

Secondo quanto ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare, “il metodo seguito dall’associazione per delinquere consisteva nell’offrire alle imprese interessate a partecipare alle gare d’appalto, la consulenza del pubblico ufficiale”; sotto forma di fornitura di materiale e informazioni privilegiate, “trafugate dalla stazione appaltante” o garantendo la possibilità di “sopralluoghi riservati; e perfino la supervisione e correzione delle bozze di offerta, sino all’indicazione precisa delle percentuali di ribasso da offrire ad Atm al fine di prevalere sulle imprese concorrenti”. Il tutto in cambio di promesse di denaro, proporzionali al valore dell’appalto e versato mensilmente.

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