Truffa a Torre Annunziata: Radioterapia sperimentale all’insaputa dei pazienti

Redazione
Truffa a Torre Annunziata: Radioterapia sperimentale all’insaputa dei pazienti
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Truffa a Torre Annunziata: Radioterapia sperimentale all’insaputa dei pazienti. Somministravano sedute di radioterapia con un farmaco sperimentale, all’insaputa dei pazienti, che invece credevano di sottoporsi a una terapia ufficiale. Maxi truffa ai danni del Sistema Sanitario Regionale scoperta in una struttura sanitaria di Torre Annunziata, nella provincia di Napoli. Sequestrata tutta l’apparecchiatura necessaria alla somministrazione del suddetto farmaco.

Pazienti oncologici, malati di tumore, provenienti da tutta la Regione Campania, ma anche da altre regioni d’Italia, convinti di sottoporsi a una terapia innovativa ma ufficiale. Invece curati con un farmaco sperimentale, il cui utilizzo non era stato approvato dalle autorità competenti.

La truffa

Una maxi truffa, ai danni del Sistema Sanitario Regionale, scoperta a Torre Annunziata, nella provincia di Napoli. I carabinieri, su disposizione del gip del Tribunale di Torre Annunziata, hanno fatto irruzione nel Centro Medico Oplonti. Struttura sanitaria della cittadina della provincia partenopea, effettuando un sequestro preventivo di uno strumento Pet/Tac.

Di tutta la strumentazione necessaria alla somministrazione del farmaco sperimentale, denominato Rame Cloruro 64. Trovate alcune somme in denaro ritenute provento della truffa attuata ai danni del Sistema Sanitario Regionale.

Le indagini

Le indagini dei carabinieri e dei magistrati si sono concentrate in un periodo che va dal mese di agosto del 2015 a quello di luglio del 2018. Secondo quanto appurato, all’interno della struttura sanitaria sarebbero state effettuate circa 700 diagnosi con l’apparecchiatura Pet/Tac che è stata posta sotto sequestro.

Poi somministrato impropriamente il farmaco Rame Cloruro 64, autorizzato, però, soltanto per un utilizzo sperimentale. Inoltre, il Centro Medico Oplonti avrebbe richiesto al Sistema Sanitario il rimborso della prestazione anche quando questa non veniva eseguita. Così facendo il danno alla sanità campana ammonterebbe a 190mila euro. Mentre di 800mila euro è l’entità della truffa tentata.

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