Ubriaco alla guida travolge sorelle: una muore, arrestato
Ubriaco alla guida travolge sorelle: una muore, arrestato. E’ fermato e poi arrestato con la pesante accusa di omicidio stradale, lesioni personali gravissime, guida in stato di ebbrezza ed omissione di soccorso, il 35enne che la notte scorsa nel piacentino ha falciato due sorelle che erano per strada e si è poi dato alla fuga.
La vittima Ester Covetti, 55 anni è morta sul colpo mentre la sorella è ricoverata in ospedale in condizioni gravi. Il giovane era inizialmente solo fermato dai militari che lo hanno rintracciato ma ora è in arresto.
L’inchiesta, portata avanti dalla Procura è per omicidio stradale e per una serie di altri reati. Il conducente aveva un tasso alcolemico nel sangue di molto superiore al consentito.
Omicidio colposo stradale
“Purtroppo, però, il nostro Legislatore se giustamente ha inasprito pesantemente le pene per l’omicidio colposo stradale (2-18 anni di reclusione), non ha fatto altrettanto per la semplice guida in stato di ebbrezza, si legge in una nota.
Infatti con un tasso di alcol nel sangue superiore a 0,5 grammi/litro vengono previste solo delle sanzioni amministrative mentre se il tasso è oltre 0,8 grammi/litro guidare diventa reato, ma un reato contravvenzionale con un prescrizione molto breve (quattro anni)”.
“Purtroppo in nessuno di questi casi è prevista la revoca definitiva della patente di guida. Alcuni parenti delle vittime chiedono che sia compiuto un decisivo passo avanti da parte del nostro Legislatore.
E che sia introdotto il principio della revoca a vita della patente di guida (cosiddetto “ergastolo” della patente) per chiunque causi un incidente stradale guidando in stato di ebbrezza alcolica.
Le famiglie delle vittime sono rappresentate dall’avvocato Chiara Missori che assiste, tra le tante ‘vittime della strada’; anche la ragazza romana ferita in Trentino un anno fa e Paolo Canavese il pensionato ucciso sempre un anno fa in Sardegna.
Solo ieri, intanto, è suonata lapidaria la condanna a otto anni di reclusione inflitta al romano Pietro Genovese; per la morte di Gaia e Camilla le due sedicenni romane”.
