Uccide moglie e figlia e si suicida: la lettera dell’omicida
Uccide moglie e figlia e si suicida: la lettera dell’omicida. Ha lasciato un lungo biglietto, una lettera di cinque pagine, l’uomo che nella mattinata di ieri a Carpiano, nel Milanese, ha ucciso la moglie e la figlia 15enne prima di suicidarsi.
Salvatore Staltari, questo il nome del killer 70enne, nel biglietto stando a quanto riportato dal quotidiano “La Repubblica” ha descritto una situazione di presunte difficoltà a causa di dissidi con la moglie.
La 41enne Catherine Panis, e ha poi parlato anche della decisione di uccidere la figlia, la 15enne Stefania Chiarisse Staltari: “Non volevo lasciarla sola”, avrebbe scritto il padre cercando di dare una impossibile giustificazione al suo tremendo gesto.
La tragedia è avvenuta nell’abitazione in cui la famiglia viveva, nella frazione Francolino. Staltari ha prima ucciso, probabilmente nel sonno, la moglie e la figlia a colpi di pistola.
Poi, dopo alcune ore, ha chiamato i carabinieri per informarli del duplice delitto e che si stava per suicidare. E, in effetti, poco dopo ha deciso di farla finita con la stessa arma.
Quando i carabinieri della compagnia di San Donato Milanese sono giunti nell’abitazione assieme ai soccorritori del 118 la tragedia si era già compiuta: i militari hanno ritrovato il biglietto e i tre corpi ormai senza vita.
“La tragedia che si è verificata oggi è il miglior modo per essere ricordati come colossali vigliacchi – ha detto il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, che guida le indagini, stando a quanto riportato da “Repubblica” -. Non esistono problemi così insormontabili da giustificare il suicidio e l’omicidio”.
Il sindaco di Carpiano: Attoniti e sconvolti
Più articolata la lettura della tragedia fatta dal sindaco di Carpiano, Paolo Branca: “Noi tutti, Cittadini Carpianesi, siamo attoniti e sconvolti. Quel percorso di dolore cui troppe volte abbiamo assistito attraverso gli organi di stampa, da luoghi ‘altri’ rispetto al nostro paese, oggi ha attraversato noi e la nostra Comunità.
Ha scritto il primo cittadino su Facebook. Non ci sono parole davanti a tanta sofferenza: ci stringiamo in silenzio, nel dolore, con rispetto e con la preghiera per una famiglia spezzata e per chi è rimasto a vivere questo dolore.
Su due pensieri, forse, val la pena di riflettere. Di come la mente umana, così spesso meravigliosa e capace di profondità, ci stupisca e ci sconvolga anche nel dare luogo a eventi devastanti e distruttivi.
E di quanto il difficile periodo di emergenza sanitaria, l’isolamento dalle relazioni sociali, abbia ‘chiuso’ tra le mura di casa carichi di sofferenza inimmaginabili”. Stando a quanto detto dal sindaco all’agenzia Adnkronos, la famiglia non era seguita dai servizi sociali comunali.