Killer stranieri per uccidere Sigfrido Ranucci: sotto scorta

Redazione
Killer stranieri per uccidere Sigfrido Ranucci: sotto scorta

Killer stranieri per uccidere Sigfrido Ranucci: sotto scorta. Ospite ad Un giorno da pecora, programma radiofonico di Rai Radio 1 condotto da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, è stato Sigfrido Ranucci, dopo il debutto della nuova stagione di Report.

Il conduttore nel corso della puntata ha dichiarato di trovarsi sotto scorsa da agosto 24 ore su 24, a distanza di diversi anni dalla prima volta in cui è stato messo sotto tutela, come ha raccontato lui stesso in trasmissione.

Le dichiarazioni di Sigfrido Ranucci

Il giornalista e vice direttore di Rai3 ha dichiarato di vivere sotto scorta da qualche mese, ricordando però che non è la prima volta che si trova a dover affrontare questa situazione.

Prima aveva parlato del successo della prima puntata della sua trasmissione  Report; che ha registrato più del 10% di share, conquistando l’attenzione di più di due milioni di telespettatori.

Sono sotto tutela dal 2009 per questioni che riguardavano fatti di mafia, poi da metà agosto sono sotto scorta 24 ore su 24  c’è un buontempone che dal carcere avrebbe incaricato due killer stranieri.

Sarebbe un personaggio che gestisce il narcotraffico, legato a famiglie di ‘Ndrangheta, ma anche a personaggi dell’estrema destra. Non finirò mai di ringraziare la Rai di avermi fatto sentire libero di fare giornalismo di inchiesta.

Non solo, ma di avere anche la possibilità di poter essere tutelato, penso a tutti quei colleghi, anche in piccole realtà, che non hanno questa opportunità e questa cosa deve cambiare.

Il successo di Report

Il programma di inchiesta giornalistica di Rai3 è tra i più seguiti dell’ultimo anno, confermandosi come un punto di riferimento per il pubblico italiano. A questo proposito Sigrfrido Ranucci ha parlato del suo lavoro e di quello della sua squadra.

“Il mio problema non è essere opportuno, il mio problema è che chi paga il canone, ma in realtà tutti i cittadini, siano informati nella giusta maniera, siano messi nella condizione di sapere e a volte questo significa essere scomodi”.

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