Uomo uccide convivente e poi si toglie la vita
Uomo uccide convivente e poi si toglie la vita. Nel Napoletano, si è lanciato dal balcone dopo il delitto.
Un uomo ha ucciso la convivente, poi si è gettato dal quarto piano della sua abitazione ed è finito al suolo privo di vita.
E’ accaduto questa sera in un condominio di via Libertà 216 a Portici (Napoli). Secondo una prima ricostruzione, l’uomo – G.F., 65 anni, incensurato -avrebbe colpito con diversi fendenti al corpo la sua convivente – A.M.N. di 59 anni, ricercatrice universitaria nella facoltà di Agraria – con un coltello.
Poi si è lanciato dal quarto piano dell’abitazione. Sul posto stanno operando i carabinieri. Da quanto si apprende, non vi sarebbero state in precedenza denunce per litigi tra i due.
Perquisizione in cella, cellulari nelle parti intime
Per evitare di essere scoperti alcuni detenuti del reparto di alta sicurezza del carcere di Benevento nascondevano i micro cellulari anche nell’ano: a confermare i sospetti degli agenti della polizia penitenziaria sono stati i metal detector e le radiografie che hanno evidenziato la presenza dei telefoni.
Sono complessivamente 18 i cellulari (smartphone e micro cellulari) sequestrati oggi nel corso di una perquisizione straordinaria, coordinata dal dirigente Pasquale Colucci, a cui hanno preso parte gli agenti dei nuclei provinciali traduzioni e piantonamenti e del Noc.
“Più volte – dicono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, presidente e segretario regionale dell’Uspp – abbiamo chiesto una fattispecie di reato che preveda una condanna fino a 4 anni di reclusione per l’introduzione e il possesso di telefonini in carcere.
Altrettante volte abbiamo chiesto, inutilmente, l’installazione di strumenti atti a schermare le sezioni detentive”. “E’ grave che un illecito così frequente non sia penalmente perseguibile”, concludono i sindacalisti.