Usa, la corte suprema respinge il ricorso di Trump

Redazione
Usa, la corte suprema respinge il ricorso di Trump

Usa, la corte suprema respinge il ricorso di Trump. Sul suo account Twitter, il presidente degli Usa uscente Donald Trump ha commentato la decisione della Corte Suprema di respingere il ricorso presentato dallo stato del Texas sui voti raccolti in alcuni stati

“Davvero deluso. Nesun coraggio, nessuna saggezza”. L’avvocato del tycoon non demorde: “Passeremo a corte distrettuale”.

Trump: “Deluso da Corte Suprema”

La Corte suprema ha respinto il ricorso presentato dallo stato del Texas e appoggiato da Trump su un possibile conteggio dei voti falsati in alcuni stati americani durante le elezioni dello scorso 3 novembre.

La Corte Suprema, infatti, sostiene che le modalità dell’iter elettorale cadano fuori dalla giurisdizione dello stato del Texas, e che quindi non ci siano le basi legali per un ricorso.

Una decisone che l’ex presidente uscente non accetta e critica sul prprio account Twitter: “La Corte Suporema ci ha deluso. Nessuna saggezza, nessun coraggio!“.

Immediata la risposta sui social da parte della Presidente della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi. ” I 126 deputati repubblicani che hanno formato questa causa illegale hanno portato disonore alla Camera“.

Battaglia legale

Rudy Giuliani, l’avvocato persoanle di Donald Trump assicura che la battaglia legale non è finita qui. Il ricorso alla Corte Suprema, infatti non sarà l’ultimo atto. “Il caso non è rigettato nel merito. Non abbiamo finito, credetemi“, ha spiegato Giuliani al canale tv Newsmax.

“La risposta adesso sarà portare il caso alla corte distrettuale. Su richiesta del presidente o di alcuni elettori in difesa del loro diritto costituzionale ad avere elezioni regolari”, così conclude l’avvocato del tycoon.

Indiana, giustiziato un detenuto condannato per stupro e omicidio

Orlando Hall, detenuto afroamericano 49enne condannato per il sequestro, lo stupro e l’omicidio di un’adolescente in Texas, è giustiziato in Indiana con un’iniezione letale dopo un processo che aveva visto il suo avvio nel 1994.

Ben 26 anni dopo dunque il governo federale americano lo ha ritenuto l’unico responsabile degli abusi e della morte di Lesa Rene, questo il nome dell’adolescente.

La condanna a morte rappresenta però un’eccezione per quella che è la tradizione americana nei periodi di transizione tra un presidente e l’altro.

Si tratta inoltre della prima decisione presa da Amy Coney Barrett, la giudice scelta dell’uscente Donald Trump. Che insieme ad altri 5 colleghi conservatori ha votato a favore dell’estrema pena.

Giustiziato detenuto in Indiana

Si tratta dell’ottavo detenuto federale giustiziato in un anno negli Stati Uniti, dopo una pausa da questo tipo di pratiche che durava da 17 anni.

Secondo i legali di Hall, il processo sarebbe macchiato da razzismo e il giudice che si occupò della vicenda, Tanya Chutkan, provò a sospendere il procedimento. In quanto la giuria era composta da soli bianchi e l’accusato, come detto, era afroamericano.

I suoi avvocati hanno provato a fare appello alla Corte Suprema contro l’esecuzione, ma la richiesta è stata respinta. Le altre persone coinvolte nella vicenda hanno concordato tutte per un patteggiamento e testimoniato contro Hall per garantirsi un pronto rilascio.

“Oggi – riferisce la famiglia della vittima – segna la fine di un capitolo molto lungo e doloroso della nostra vita. Io e la mia famiglia siamo molto sollevati che tutto questo sia finito”. Fonte Notizie.it

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