Usa: sostenitori Trump assaltano il Congresso, quattro i morti

Redazione
Usa: sostenitori Trump assaltano il Congresso, quattro i morti

Usa: sostenitori Trump assaltano il Congresso, quattro i morti. Le parole di Donald Trump incendiano l’America. Dopo il comizio a Washington del presidente sconfitto dal voto, i suoi sostenitori hanno lanciato un assalto senza precedenti al Campidoglio.

Qui il Congresso stava certificando l’esito delle presidenziali e la vittoria del democratico Joe Biden. Assalto che è costato la vita a quattro persone, ha causato diversi feriti, oltre 50 arresti, e un danno gravissimo alla democrazia americana.

Solo dopo alcune ore polizia e Guardia nazionale, intervenute in ritardo, riescono a mettere in sicurezza l’edificio e la seduta può riprendere. Nell’assalto al Congresso muoiono 4 persone.

Feriti e arresti

Per la prima volta si sono visti agenti con le pistole puntate all’interno del Campidoglio. Una donna, veterana dell’Aeronautica che manifestava a favore di Trump, è centrata al petto durante una sparatoria all’interno dell’edificio ed è poi morta per le ferite riportate.

Morte in ospedale anche altre 3 persone, secondo un bilancio fornito dal capo della polizia di Washington, Robert Contee. “Inoltre ci sono stati altri tre decessi, una donna e due uomini, vittime di diverse emergenze mediche che ne hanno causato la morte”, ha aggiunto Contee, senza fornire maggiori dettagli.

Come precisa la Cnn, diverse persone sono trasportate in ospedale per problemi cardiaci o fratture causate mentre cercavano di arrampicarsi sul Campidoglio, ma la polizia non ha precisato se siano loro le vittime.

Sequestrate 5 armi ai rivoltosi. I leader di Senato e Camera e i parlamentari sono scortati in luogo sicuro. I sostenitori di Donald Trump hanno marciato su Capitol Hill, superando le deboli barriere della polizia, al grido di “Fight for Trump” e “Stop the Steal”, “Fermiamo il furto”.

Gli agenti hanno quindi ordinato l’evacuazione dell’aula e scortato i parlamentari al sicuro in un’ala dell’edificio. Il caos è durato a lungo, poi su Washington è calato il coprifuoco deciso dal sindaco e la situazione è tornata sotto controllo.

Ripresa la seduta per la conferma della vittoria di Biden e poi sospesa

I lavori di Camera e Senato, sospesi durante l’assalto, sono dunque ripresi solo dopo diverse ore. La speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, dopo l’allontanamento dei rivoltosi, aveva assicurato.

“Il vergognoso assalto alla democrazia di oggi – consacrato al più alto livello del governo – non ci deve dissuadere dalla nostra responsabilità nei confronti della Costituzione.

La seduta congiunta di Camera e Senato Usa per certificare la vittoria di Joe Biden al voto presidenziale del 3 novembre è interrotta. Dopo la presentazione di un’obiezione alla correttezza del risultato del voto per lo stato della Pennsylvania da parte del senatore repubblicano Josh Hawley.

Le due camere del Congresso si riuniranno separatamente per dibattere l’obiezione per un massimo di due ore, poi il conteggio dovrebbe riprendere.

Il vicepresidente Mike Pence ha respinto le obiezioni presentate dai deputati repubblicani di Georgia, Michigan e Nevada, in quanto non accompagnate dalla firma di un senatore. L’obiezioni della stato dell’Arizona è votata dalle due camere separatamente e respinta.

Pence: “La violenza non vince mai”

“E’ un giorno buio nella storia del Paese. Condanniamo la violenza nei termini più forti e duri”. Il vicepresidente Mike Pence ha pronunciato queste parole riaprendo la seduta congiunta di Senato e Camera per certificare i risultati del collegio elettorale che ha determinato la vittoria di Joe Biden.

Dopo aver offerto vicinanza a chi è morto o è stato ferito per difendere il Campidoglio, Pence ha continuato condannando le rivolte del pomeriggio che hanno bloccato i lavori.

“La violenza non vince, la libertà vince e questa è la Casa del popolo e in un giorno senza precedenti i rappresentanti eletti si riuniscono di nuovo a difesa della costituzione e Dio benedica chi serve, chi protegge questo luogo e gli Stati Uniti d’America”.

I servizi segreti statunitensi volevano che Pence lasciasse il complesso del Campidoglio, ma il vice presidente ha preferito rimanere sul posto, ha spiegato una fonte.

Un’altra fonte ha assicurato che Pence “farà il suo dovere”. Respinta la prima contestazione dei voti del collegio elettorale, quella riguardante l’Arizona, dove ha vinto Joe Biden. L’obiezione, presentata da alcuni senatori del Grand Old Party, è affondata con 93 no e 6 sì.

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