Vaccino Campania, stop Astrazeneca: seconde dosi Pfizer e Moderna

Redazione
Vaccino Campania, stop Astrazeneca: seconde dosi Pfizer e Moderna

Vaccino Campania, stop Astrazeneca: seconde dosi Pfizer e Moderna. Sospesi i richiami con il vaccino anti-Covid19 Astrazeneca per oltre 100mila under 60 in Campania, dopo la decisione del ministero della Salute, su parere del Comitato Tecnico Scientifico, di vietarne l’uso per questa fascia d’età.

Per le seconde dosi ai cittadini con meno di 60anni, quindi, dalla prossima settimana si provvederà a somministrare i vaccini di tipo Pfizer o Moderna. In precedenza, infatti, c’era solo una raccomandazione a riservare il vaccino Astrazeneca ai cittadini con più di 60 anni di età.

E l’Astrazeneca poteva essere adoperato anche per i giovani che si iscrivevano volontariamente agli OpenDay. Adesso, invece, il divieto è diventato perentorio e anche obbligatorio.

Le vaccinazioni con Astrazeneca ripartono domani

A causa dell’incertezza che ha regnato questa settimana nell’attesa delle decisioni ministeriali, in Campania le Asl hanno sospeso l’uso di Astrazeneca per 3 giorni. Le somministrazioni del vaccino Vaxzevria, prodotto dalla casa farmaceutica anglo-svedese, dovrebbero riprendere tra domani e mercoledì, ma saranno riservate a over 60enni.

Per quanto riguarda i richiami di chi ha già ricevuto la prima dose di Astrazeneca e ha meno di 60 anni, invece, come detto, si ricorrerà a Pfizer o Moderna. Si tratta di circa 115mila persone sulle 400mila che in tutta la Campania hanno ricevuto la prima dose Astrazeneca negli ultimi 3 mesi.

Anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, era intervenuto sulla vicenda nella consueta diretta streaming del venerdì: “Noi non somministreremo AstraZeneca sotto i 60 anni – aveva anticipato il presidente della giunta regionale. Lo faremo per le seconde dosi ma solo per gli over 60”.

Perché la campagna vaccinale può continuare anche senza AstraZeneca

Lo stop alle vaccinazioni con AstraZeneca per gli under 60, decisa dal ministero della Salute dopo aver ricevuto le indicazioni del Cts, rischia di rallentare la campagna vaccinale.

Un timore che secondo fonti di governo è comunque infondato; con l’impatto di questa decisione che verrà mitigato dall’arrivo di milioni di dosi dei vaccini a Rna messaggero, ovvero Pfizer e Moderna.

Sono quasi 26 milioni gli italiani che devono avere la prima dose del vaccino, a cui aggiungere 13,6 milioni di richiami, tra cui 900mila per persone sotto i 60 anni che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca e riceveranno la seconda con Pfizer o Moderna.

L’impatto della decisione su AstraZeneca potrebbe riguardare l’immunità di comunità, un concetto in realtà non proprio raggiungibile, ma che per Figliuolo si potrà ottenere comunque entro fine settembre.

Le consegne dei vaccini Pfizer e Moderna

Dal governo traspare ottimismo, non ci sono preoccupazioni particolari e fonti dell’esecutivo assicurano che “la campagna vaccinale italiana procederà con la stessa intensità di prima”. Soprattutto grazie agli arrivi dei vaccini a mRna.

“Oltre 55 milioni di dosi Pfizer e Moderna” che saranno consegnate tra giugno e tutto il terzo trimestre. Il rischio del rallentamento, però, c’è. “Se si fa un piano che poggia su 4 gambe più una che poteva essere Curevac e se poi una di queste gambe viene azzoppata o limitata è chiaro che tutti i piani si rivedono – afferma Figliuolo –.

Non faccio fosche previsioni, sono convinto che a settembre chiudiamo; ma se dovessimo aggiungere un’altra platea, ad esempio 6-15 anni, se Curevac non arriva e se ci sono altri intoppi è chiaro che non ce la faremo”.

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