Vaccino funziona, efficace al 97,1%. Ema: sì alla terza dose

Redazione
Vaccino funziona, efficace al 97,1%. Ema: sì alla terza dose

Vaccino funziona, efficace al 97,1%. Ema: sì alla terza dose. Il vaccino praticamente evita la morte (97,16% con due dosi e 84% con una dose) eppure la lista dei ritardatari sorprende: tre milioni di 40enni, due milioni di 50enni, ancora 35mila sanitari, 174mila docenti.

E mentre si tentano tutte le strade per convincere gli scettici a ricevere almeno la prima iniezione, è già sicuro che ai fragili e agli immunocompromessi sarà somministrata la terza dose di richiamo.

Entro fine agosto, infatti, arriverà il via libera dall’Ema, che approverà l’integrazione con Pfizer o Moderna, utile a rinforzare le difese immunitarie di chi è più esposto alle conseguenze nefaste del Covid.

In questi giorni gli esperti dell’agenzia europea del farmaco stanno ancora analizzando cifre e report, ma una dichiarazione ufficiale dell’Ecds, il Centro europeo di controllo delle malattie, è prevista entro pochi giorni affinché ogni Stato membro possa organizzarsi per procedere alla somministrazione della terza dose in autunno.

A chi la terza dose?

Dedicata a chi? Ema la raccomanderà sicuramente per i soggetti anziani con pluripatologie e ai fragili. Sono loro, infatti che, già a distanza di otto mesi dall’immunizzazione si stanno reinfettando a causa della variante Delta.

E sono gli immunodepressi che spesso sviluppano pochi anticorpi dopo il vaccino. Ci sono invece ancora dubbi sulla possibilità di consigliare il richiamo all’intera popolazione come negli Usa o in Israele. Per ora i dati confermano solo che la protezione da infezione e malattia lieve è più bassa anche a causa della variante Delta.

Un punto fermo che indurrà Ema a consigliare la terza dose solo «a livello precauzionale» a determinate categorie. Il pensiero va a medici, infermieri e operatori sanitari molto esposti alle cariche virali. Alla fine, per loro sarebbe una sorta di richiamo, a distanza di un anno.

Diverse opinioni

Diverse le opinioni degli esperti in merito alla terza dose. Per Franco Locatelli, presidente dell’Iss, è sicuramente necessaria al più presto per gli immunodepressi come i trapiantati o i malati oncologici con terapie in atto.

Locatelli invece è più cauto per gli anziani fragili solo di età anagrafica per cui ancora non si capisce quanto sia la durata della protezione. Terza dose mirata per determinate categorie anche per il virologo Fabrizio Pregliasco e per l’infettivologo del San Martino di Genova.

Spiega Matteo Bassetti: «A differenza della campagna vaccinale di massa che ha riguardato tutte le fasce d’età dai 12 anni in su, quella di una terza dose dovrà essere una campagna individualizzata che guarda all’esigenza del singolo.

A un anno di distanza, però, probabilmente buona parte di noi dovrà fare la terza dose che poi è quella di un richiamo annuale». L’infettivologo Massimo Galli invece non si sbilancia perché «non è detto che tutti possano rispondere bene alla terza dose».

Dibattito rinviato a settembre

Il dibattito è rinviato a settembre, dunque, quando gran parte della popolazione avrà ricevuto almeno la prima dose. E nonostante questa settimana siano state somministrate quasi 3milioni e 900mila, ci sono ancora larghe fette della popolazione che snobbano i centri vaccinali.

Come oltre due milioni di 50enni (il 21,23%). Oppure i 3 milioni di 40enni. Sembrano pochi i 279.834 ultra ottantenni che non hanno ricevuto alcuna dose, ma quel 6,14% corrisponde alla fetta più a rischio della popolazione.

Poi ci sono i no vax che compongono i 35mila sanitari, riluttanti al vaccino obbligatorio, nonostante rischino il posto di lavoro. Infine, mancano all’appello ben 174.636 addetti del personale scolastico. Che speriamo si vaccinino prima del suono della campanella. (Fonte ilgiornale.it)

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