Vaccino Sputnik, Mosca: “Autorizzazione Ema? Probabile dopo giugno”

Redazione
Vaccino Sputnik, Mosca: “Autorizzazione Ema? Probabile dopo giugno”

Vaccino Sputnik, Mosca: “Autorizzazione Ema? Probabile dopo giugno”. Saranno ancora lunghi i tempi prima che l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) concluda la revisione del vaccino russo anti-Covid Sputnik V.

Lo ha sottolineato in un’intervista al quotidiano ‘Berliner Zeitung’ Kirill Dmitriev, amministratore delegato del Fondo russo di investimenti diretti (Rdif), che ha avuto un ruolo importante nello sviluppo del vaccino.

“Se sarà approvato – probabilmente dopo giugno – potremo consegnare 100 milioni di dosi a 50 milioni persone nell’Ue entro tre, quattro mesi”, ha dichiarato Dmitriev. La Russia si aspetta che, dopo l’Ungheria, altri Paesi dell’Ue approvino il vaccino a prescindere dalla valutazione dell’Ema.

L’ad del fondo sovrano russo, che è responsabile della distribuzione internazionale del vaccino, ha spiegato che negli Stati che daranno via libera al vaccino le prime dosi potrebbero arrivare già il mese prossimo.

“Ora aspettiamo una delegazione dell’Ema a metà aprile e speriamo che la decisione sullo Sputnik V sia puramente scientifica, non politica”, ha aggiunto. Dmitriev ha quindi confermato i piani di produrre il vaccino in Germania e in altri Paesi europei.

Draghi con Merkel: “Sui vaccini pronti a fare da soli”

Nella campagna di vaccinazione anti Covid la cancelliera tedesca Angela Merkel non esclude l’uso del vaccino russo Sputnik. Interpellata in proposito dai giornalisti, ha detto di essere dell’opinione “di utilizzare ogni vaccino approvato dall’ente regolatorio europeo Ema”.

Ma “se non ci sarà l’autorizzazione europea potremo ricorrere alla via tedesca”, ha spiegato durante una conferenza stampa a Berlino. “Bisogna essere pronti a fare da soli” ha detto anche il premier Mario Draghi ieri sera al termine del Cdm sul decreto sostegni.

“Se il coordinamento europeo funziona, bene. Altrimenti sulla salute bisogna essere pronti a fare da soli. Questo ha detto Merkel e questo è quello che dico qui” ha sottolineato.

“Telefono spesso a Ursula von der Leyen perché il coordinamento europeo è la prima strada da cercare”, ha affermato il presidente del Consiglio, “bisogna essere pratici. Il coordinamento europeo ha un grandissimo valore aggiunto, l’ho sempre sostenuto ma qui però si tratta della salute. Quindi se il coordinamento europeo funziona, bene. Sennò bisogna andare per conto proprio”.

Draghi non si è ancora vaccinato. “Non ho ancora fatto la prenotazione, la mia classe di età è entrata tra quelle che mi permettono di avere il vaccino. E sì, farò l’AstraZeneca. Mio figlio l’ha fatto l’altro ieri in Inghilterra. Nessuna prevenzione, nessun dubbio” ha rimarcato rispondendo alle domande dei cronisti in conferenza stampa.

Responsabilità di governo

Il premier ha scandito che “la decisione” di sospendere il vaccino “non è stata presa per imitazione o per interessi tedeschi… C’è semplicemente la responsabilità di un governo che si pone nei panni dei cittadini e dice ‘posso permettermi di andare avanti con la campagna vaccinale se l’autorità europea si prende una settimana per vedere se’ i vaccini ‘sono veramente sicuri?'”.

“C’è stato un calo di vaccinazioni un solo giorno, poi sono state compensate dall’uso di altri vaccini. C’è stato un rallentamento ma non è stato disastroso”, ha aggiunto Draghi. “Bisogna porsi la domanda se ci sarà un effetto sulla volontà futura di vaccinarsi.

Andrà stimato e bisognerà agire di conseguenza, ma credo che alla fine la razionalità degli italiani deciderà per il sì alla vaccinazione. Se ci sarà un effetto, sarà temporaneo e sarà compensato dagli altri vaccini.

Siamo a 160-165mila vaccini giornalieri, arriveremo a 500mila ad aprile e l’obiettivo è arrivare a cifre più alte a maggio e giugno. Poi, è chiaro, speriamo di non avere imprevisti con le forniture di vaccini”, ha affermato ancora.

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