Vecchi Mestieri: l’arte ambulante dello stagnino

La ricca tradizione legata al lavoro artigianale del rame, le antiche tecniche e gli strumenti utilizzati dai maestri artigiani saranno oggetto di questo articolo

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Vecchi Mestieri: l’arte ambulante dello stagnino

Vecchi Mestieri: l’arte ambulante dello stagnino. La ricca tradizione legata al lavoro artigianale del rame, le antiche tecniche e gli strumenti utilizzati dai maestri artigiani saranno oggetto di questo articolo.

La tradizione del lavoro in rame

La tradizione del lavoro in rame rappresenta un patrimonio culturale prezioso che ha radici antiche e profonde. Gli artigiani che si dedicano a questa pratica tramandano da generazioni segreti e tecniche uniche, che conferiscono al rame una bellezza e un’eleganza senza tempo.

Lavorare questo materiale richiede abilità manuali straordinarie e una profonda conoscenza delle sue caratteristiche peculiari. Ogni pezzo realizzato in rame porta con sé la storia e la maestria dell’artigiano che lo ha plasmato, creando opere d’arte funzionali e affascinanti che incarnano l’essenza stessa della tradizione artigianale.

Tecniche e strumenti del mestierante

Nel mestiere dello stagnino, conosciuto in gergo anche con il nome di “stagnaro”, le tecniche e gli strumenti utilizzati rivestono un ruolo fondamentale per la realizzazione o la riparazione di manufatti di alta qualità.

Tra le tecniche più comuni vi è l’uso del martello e dell’incudine per modellare il rame, mentre la saldatura viene eseguita con maestria per unire i vari pezzi tra loro.

Gli strumenti tipici dello stagnino includono punte, cesoie e limette per rifinire i dettagli e creare forme precise. La conoscenza e la padronanza di queste tecniche e strumenti sono tramandate di generazione in generazione, garantendo la continuità e l’eccellenza nell’arte dello stagnino.

L’importanza culturale dello stagnino

L’importanza culturale del mestiere del stagnino risiede nella sua capacità di preservare antiche tradizioni artigianali e tramandare conoscenze secolari alle generazioni future.

Questo mestiere non solo rappresenta un’arte tramandata nel tempo, ma incarna anche un patrimonio culturale inestimabile che riflette l’identità e la storia di una comunità.

Gli stagnini non sono solo abili artigiani, ma custodi di un sapere che va oltre la mera creazione di oggetti in rame; essi mantengono vivo un legame con il passato e svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito della conservazione della cultura e delle tradizioni locali.

Lo stagnino era l’artigiano che, girando paese per paese e casa per casa, riparava gli oggetti di rame, utilizzando lo stagno. La sua più importante applicazione è quella della “stagnatura”, che è la tipica operazione per rivestire un metallo o una lamiera con lo stagno, in passato usato anche per ricoprire piombo, zinco e acciaio, al fine di impedirne la corrosione.

Le pentole di rame, dopo l’uso, hanno il difetto, raffreddandosi, di ossidarsi, producendo una patina colorata chiamata “verderame” che deteriora gli alimenti in esse contenuti, rendendoli, addirittura, tossici.

Per ovviare a questo inconveniente, interveniva lo stagnino che “stagnava” la parte interna dei recipienti, rivestendola di stagno, che, in quanto neutro, non reagisce con gli acidi presenti negli alimenti, non altera i sapori e non rilascia sostanze nocive.

Quello dello stagnino era un mestiere, generalmente, “itinerante”, in quanto non tutti i paesi avevano il “loro” stagnino, per cui egli girava per i paesi del suo territorio pronto a soddisfare i bisogni delle famiglie.

Maria Laudando

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