Vino adulterato, blitz delle forze dell’ordine in Terre d’Oltrepo

Redazione
Vino adulterato, blitz delle forze dell’ordine in Terre d’Oltrepo

Vino adulterato, blitz delle forze dell’ordine in Terre d’Oltrepo. Controlli nelle sedi di Terre d’Oltrepò, grande cantina sociale dall’Oltrepò Pavese. In mattinata le forze dell’ordine si sono presentate a Broni, Stradella, Santa Maria della Versa e Casteggio per compiere alcune verifiche, in seguito all’esposto di un operatore della grande distribuzione.

L’inchiesta

Sono sei tra imprenditori e professionisti del settore vitivinicolo le persone indagate dalla Procura di Pavia per un presunto caso di vino adulterato. Il blitz è stato effettuato dai carabinieri del gruppo Forestale di Pavia, con i colleghi della compagnia di Stradella.

Inoltre, hanno partecipato all’operazione gli ispettori dell’ICQRF (Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari) della Lombardia, con la collaborazione di un elicottero del Secondo Nucleo Carabinieri di Orio al Serio (Bergamo).

L’accusa

La perquisizione è avvenuta su disposizione di Paolo Mazza, sostituto procuratore di Pavia. L’inchiesta scaturisce da un esposto presentato alla Procura da un’azienda del settore della grande distribuzione.

In seguito ai risultati di analisi abitualmente eseguite a campione dall’Associazione Unione Italiana Vini su un lotto di bottiglie acquistate dall’azienda presso la società oltre padana, è stata evidenziata la presenza di una sostanza adulterante, la “diglicerina ciclica”.

È seguito il ritiro di queste bottiglie di vino dalla filiera di vendita. L’indagine della Procura di Pavia è “finalizzata a ricercare eventuali quantitativi di vino del medesimo lotto analizzato nonché ad accertare l’eventuale presenza della citata sostanza adulterante mediante prelievi e campionamenti che saranno successivamente oggetto di accurate analisi di laboratorio».

Il contesto

L’Oltrepo è finito spesso al centro di inchieste per frodi, anche nel recente passato. L’ultima grossa indagine, sempre per vino adulterato, risale allo scorso gennaio e aveva coinvolto la Cantina di Canneto, altra big del territorio.

Dal Consorzio di tutela, il più grande della Lombardia e uno dei maggiori in Italia, confermano i controlli in corso ma, in attesa degli esiti, non commentano il blitz. Fra i produttori trapela comunque un certo nervosismo.

L’operazione, al di là delle risultanze dei controlli, rappresenta comunque un danno d’immagine per una denominazione, Oltrepò Pavese, che tutti portano in etichetta. I grandi produttori-imbottigliatori con centinaia di soci; così come le piccole aziende a conduzione familiare.

La replica di Terre d’Oltrepò

La cantina oggetto dei controlli da parte delle forze dell’ordine precisa che “la società è al centro dell’ennesimo accertamento che si sta svolgendo con grande dispiegamento di forze presso i siti di Broni, Casteggio e Santa Maria della Versa.

Per fare chiarezza si riferisce a un fatto riscontrato lo scorso anno, non dipendente dalla cantina e dai soci; e su cui la cantina stessa si era già attivata con i propri professionisti e tecnici, con l’ausilio di laboratori terzi, per garantire la necessaria trasparenza in merito”.

E ancora, la cantina spiega che “opera nel pieno del rispetto della legalità e non ha mai proceduto all’utilizzo di sostanze vietate nei propri vini. Terre d’Oltrepò è certa di poter fornire ogni necessario chiarimento a tutela dell’immagine e del nome della cantina stessa, dei propri soci e dell’intero territorio”.

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