Abusi sessuali su chierichetto, rischio processo per don Martinelli e don Radice

Redazione
Abusi sessuali su chierichetto, rischio processo per don Martinelli e don Radice

Abusi sessuali su chierichetto, rischio processo per don Martinelli e don Radice. Potrebbe andare a processo anche davanti al tribunale di Roma don Gabriele Martinelli, il sacerdote accusato di aver abusato di un minore.

I fatti sarebbero avvenuti tra gli anni 2010 e il 2012. La vittima era un compagno di seminario, di un anno più giovane, e le violenze sarebbero avvenute al Preseminario San Pio X, a Roma, in Vaticano.

La Procura, infatti, ha chiuso l’inchiesta per gli episodi di violenza sessuale per i quali il sacerdote è a processo anche in Vaticano.

Nel procedimento è coinvolto anche il monsignore Enrico Radice, ex rettore del Preseminario, per concorso in violenza sessuale. L’uomo è infatti accusato di non avere impedito gli atti illeciti e di non avere denunciato.

Anche lui come don Martinelli è a processo anche in Vaticano. I due potrebbero andare a processo anche in Italia poiché le autorità italiane hanno proceduto nei loro confronti in base ad un principio giuridico.

Secondo tale principio, quando un soggetto commette un reato all’estero, in questo caso la Santa Sede è considerata estero, e poi si rifugia in Italia può essere perseguito dalla magistratura italiana.

Il processo

Mentre per quanto riguarda il processo in Vaticano, apertosi lo scorso 14 ottobre, la prossima udienza, la quarta, è prevista il prossimo 4 febbraio. Risultano presenti, come parte civile la vittima L. G..

Non solo, nella veste di responsabili civili, saranno presenti anche lo stesso Preseminario San Pio X e l’Opera don Folci, che gestisce l’istituto, di orientamento vocazionale, a pochi passi da Santa Marta.

Ad accusare i due sacerdoti (Martinelli all’epoca dei fatti non aveva ancora preso i voti), la testimonianza dell’ex seminarista polacco Kamil Jarzembowski. Le indagini sul caso sono avviate nel novembre del 2017  “a seguito di notizie divulgate sulla stampa”.

Le vicende denunciate risalgono ad anni in cui la legge in vigore nello Stato del Vaticano impediva il processo in assenza di querela della persona offesa presentata entro un anno dai fatti contestati.

Il rinvio a giudizio, infatti, è stato possibile tramite un apposito provvedimento (rescriptum), emanato da Papa Francesco il 29 luglio di due anni fa che ha rimosso definitivamente la causa di improcedibilità.

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