Ammazza la moglie con il fucile nel sonno e poi si toglie la vita

Redazione
Ammazza la moglie con il fucile nel sonno e poi si toglie la vita

Ammazza la moglie con il fucile nel sonno e poi si toglie la vita. Tragedia a Prato dove un uomo di 72 anni, Flaminio Nucci, prima ha ucciso la moglie Fiorella Totti, 76, con un fucile, regolarmente detenuto in quanto cacciatore, e poi si è suicidato con la stessa arma.

I due coniugi sono trovati morti ieri intorno all’ora di pranzo nella loro abitazione in via Filizi dai vigili del fuoco chiamati dai familiari che non riuscivano a mettersi in contatto con i due.

I pompieri sono entrati dentro l’appartamento da una finestra e si sono trovati di fronte alla scena dell’omicidio suicidio. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri che hanno ricostruito la dinamica di quanto successo dopo aver eseguito tutti i rilievi del caso.

È così emerso che la donna è uccisa mentre era sul divano e dormiva. Ancora poco chiaro il movente della tragedia. A quanto pare, l’uomo era entrato in uno stato di ansia e depressione dopo che a marzo dello scorso anno un incendio scoppiato nel loro garage aveva costretto i condomini a lasciare il palazzo per diverse settimane.

I probabili motivi

L’uomo avrebbe dovuto risarcirli e lì sarebbero cominciate le difficoltà economiche che lo hanno tormentato negli ultimi mesi. Intorno alle 11.30 le salme, a disposizione dell’autorità giudiziaria, sono trasferite dalla Misericordia di Prato all’obitorio.

Il fucile della tragedia è stato sequestrato dai carabinieri per i rilievi, così come anche altre tre armi che erano detenute dall’uomo. A coordinare le indagini il pubblico ministero Valentina Cosci.

In Italia un femminicidio su 7 è commesso con armi da fuoco legalmente detenute dall’omicida. Queste sono il secondo strumento più utilizzato per commettere questo tipo di omicidio, dopo le armi da taglio.

A livello numerico, si tratta di 31 femminicidi su 192 commessi nel biennio 2017-2018, analizzati nel Rapporto del Senato dedicato a questo tema. In termini percentuali, il 16,1% degli autori dei femminicidi aveva un regolare porto d’armi.

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