Asso: perché il brigadiere Milia ha ucciso il comandante Furceri?
Asso: perché il brigadiere Milia ha ucciso il comandante Furceri? Bigliettini e il matrimonio in crisi sarebbero i motivi. La caserma di Asso, in provincia di Como, sarebbe diventata un deposito di bigliettini per il brigadiere Antonio Milia.
È proprio lì che nel mese di Gennaio il carabiniere sparò contro il pavimento. Nei suoi bigliettini si lamentava sempre di qualche collega che, a suo dire, lo ostacolava o lo invidiava.
Ma il suo principale “nemico”, alla fine, era il comandante, Doriano Furceri, perché contrario al suo reintegro in servizio dopo i problemi psichiatrici del brigadiere, motivo per il quale, lo stesso Milia, sosteneva di aver avuto una crisi matrimoniale, che sarebbe arrivata alla quasi separazione, provocata proprio da questo motivo.
Ecco perché ha deciso di uccidere il comandante
Le indagini, adesso, si spostano sui medici che hanno autorizzato il rientro in servizio di Milia. Era stato ricoverato in psichiatria perché temeva di essere perseguitato e aveva delle ossessioni, convinto che il mondo ce l’avesse con lui.
Nell’interrogatorio, Milia, ha raccontato che Furceri era il responsabile dei suoi problemi con la moglie proprio perché il comandante gli complicava di più la situazione negando il ritorno in servizio.
Milia lasciava, dentro la caserma, dei post-it, nei luoghi comuni dove i colleghi potessero leggere, pieni di accuse e piccole storie su qualche collega e anche sul comandante.
L’avvocato Roberto Melchiorre, che difende Milia, ha detto che “dobbiamo capire cosa è successo, e non solo questa notte, perché c’è di più. Una situazione da approfondire nelle sedi opportune, non solo quelle giudiziarie, perché molto delicata”.
Durante l’interrogatorio il militare “ha fornito la sua versione, dando massima collaborazione agli inquirenti per quanto possibile perché è davvero molto provato. Lasciamo lavorare gli inquirenti e i consulenti perché ce ne sarà davvero bisogno”, ha aggiunto il legale.
Le cause che lo hanno portato all’assassinio del comandante della caserma sono “una questione davvero complessa e una tragedia, un dolore, per troppe famiglie”.
Vanessa Miceli