Coronavirus: la regola del metro di distanza non basta, ecco perchè. Parola agli esperti
Coronavirus: la regola del metro di distanza non basta, ecco perchè. Parola agli esperti . In questi mesi di emergenza abbiamo imparato che cosa significhi il distanziamento sociale è necessario, per limitare la diffusione del virus, stare ad almeno un metro di distanza. Tuttavia, recenti studi hanno appurato che un mero di distanza non basta, c’è un’insidia nascosta.
Ecco cosa è stato scoperto e il parere degli esperti
Mantenere un metro di distanza dai nostri vicini è da considerarsi la misura minima: “È questione di capire il rischio che vogliamo prenderci” spiega Carlo Signorelli, professore di igiene al San Raffaele di Milano. “La precipitazione delle goccioline respiratorie è molto alta entro un metro di distanza dalla persona infetta. È più bassa, ma esiste ancora, tra uno e due metri. È trascurabile oltre i due metri”.
Come riporta il quotidiano “La Repubblica” nella sua edizione online, è importante poi tenere conto anche della regione in cui ci troviamo. Carlo Federico Perno, virologo dell’università di Milano, afferma che “In Lombardia, al chiuso, la distanza di un metro fra i tavolini non è sufficiente per stare tranquilli. Due metri servono tutti. All’aria aperta invece il rischio di trasmissione è molto più basso. Lì un metro è più che ragionevole”.
Gli fa eco anche Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’università di Pisa e consulente della Regione Puglia: in una Bari dove la situazione dei contagi è sotto controllo, potrebbero esserci meno rischi rispetto alla Lombardia.
L’insidia nascosta poi deriva dall’ambiente in cui ci troviamo: quando ci troveremo a casa con gli amici ci troveremo nella situazione più insidiosa. Ci sentiremo infatti sicuri e rilassati, dopo tanto tempo potremo scambiare due parole in libertà e allegria, cenando assieme.
Lopalco
“Non possiamo certo prevedere controlli anche lì e non ci aspettiamo che le persone indossino le mascherine in casa, anche se sarebbe opportuno, durante gli incontri con gli amici”. Signorelli ricorda che “durante il lockdown, il 30% dei contagi è probabilmente avvenuto in ambiente domestico”.
Fonte ilmeteo.it