Cerignola (FG): Maxi operazione antimafia della DIA

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Cerignola (FG): Maxi operazione antimafia della DIA

Cerignola (FG): Maxi operazione antimafia della DIA. È in corso a Cerignola, nel foggiano, una Maxi operazione antimafia della DIA. Operazione coordinata dalla locale Procura, finalizzata al sequestro del valore di 4 milioni di bei immobili e mobili, aziende agricole e commerciali, natanti e rapporti bancari. L’operazione è svolta nei confronti di un gruppo di persone indagate per riciclaggio e autoriciclaggio, estorsione e falsità di materiale, oltre al possesso di beni o utilità di provenienza illecita.

L’operazione, denominata “Zero”, sta vedendo impegnati oltre un centinaio di agenti della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Bari, Foggia e Lecce. Con la collaborazione di Carabinieri, Guardia di Finanza e della Questura di Foggia.

Gli indagati

Tra gli indagati è da citare Pasquale Saracino, 46enne noto nell’area foggiana per i suoi legami di parentela con i Cartagena. Una delle più temute famiglie mafiose di Cerignola, coinvolta nel processo “Cartagine” del 1994 che gambizzò il clan Piarulli-Ferraro. Nel corso degli ultimi anni, l’uomo è riuscito ad accumulare una notevole fortuna intestando i beni ed i rapporti bancari a prestanome vari. Tra i quali alcuni suoi stretti familiari come la moglie, il figlio, la sorella e il cognato, indagati nell’odierno procedimento.

Le indagini

Il nome di questo indagato speciale è emerso anche durante altre indagini. Nel 2011 durante l’operazione ‘Final Cut 2’ con la quale venne smantellata un’organizzazione votata alla ricettazione di veicoli, nel 2014 nell’operazione ‘Le Iene’ che riuscì a sventare un tentativo di furto nel caveau della NP Service di Foggia e infine nel 2016, durante un tentativo di rapina a un portavalori lungo il tratto pisano della A12.

Secondo un recente rapporto della Dia, nel basso Tavoliere:

“L’esistenza di un organo decisionale condiviso fa sì che la criminalità cerignolana manifesti una comprovata capacità di assoggettare il tessuto criminale locale in modo pragmatico, riducendo al minimo le frizioni in seno allo stesso, nonostante la pluralità di soggetti e di interessi illeciti in gioco.

I punti di forza sono rappresentati da occupazione e controllo del territorio, capacità di diversificare le attività illecite da cui provengono le ingenti risorse finanziarie, notevole disponibilità di mezzi e uomini armati, nonché un efficace sistema di schermatura dei proventi illeciti.

Anche per tali ragioni la criminalità organizzata cerignolana è una mafia degli affari, sempre più proiettata al raggiungimento di obiettivi economico-criminali a medio-lungo termine. Relativamente a quest’ultimo aspetto, il comparto agroalimentare risulta nell’area in questione fortemente vulnerabile all’infiltrazione della criminalità”.

Mariagrazia Veccaro

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