Delitto di Chiara Poggi: indagato dopo 18 anni l’amico del fratello

E' stato iscritto nell'elenco degli indagati Andrea Sempio, amico del fratello della ragazza uccisa a Garlasco. L'uomo era già finito sotto indagine

Redazione
Delitto di Chiara Poggi: indagato dopo 18 anni l’amico del fratello

Delitto di Chiara Poggi: indagato dopo 18 anni l’amico del fratello. E’ stato iscritto nell’elenco degli indagati Andrea Sempio, amico del fratello della ragazza uccisa a Garlasco. L’uomo era già finito sotto indagine.

A diciotto anni dall’omicidio di Garlasco, in cui perse la vita Chiara Poggi, si registra un nuovo sviluppo: come riportato dal Tg1, è stato notificato un avviso di garanzia ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.

L’uomo era già stato indagato in passato, ma le accuse contro di lui erano state archiviate. Il 13 agosto 2007, Chiara Poggi fu trovata morta nella sua abitazione a Garlasco, in provincia di Pavia, uccisa mentre si trovava da sola.

Dopo cinque gradi di giudizio, il fidanzato, Alberto Stasi, un ex studente della Bocconi, è stato condannato per l’omicidio. Nonostante Stasi si sia sempre dichiarato innocente, sta scontando una pena di 16 anni, con la possibilità di uscire ogni giorno dal carcere per lavorare.

Rigettato il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

A febbraio, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha rigettato, definendolo “manifestamente infondato”, il ricorso per annullare la condanna definitiva di Stasi a 16 anni di reclusione.

Andrea Sempio, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni, era stato al centro di nuove indagini tra il 2016 e il 2017, connesse a tracce di DNA trovate sotto le unghie di Chiara Poggi, su sollecitazione dei legali di Stasi.

Tuttavia, le accuse erano state archiviate dalla procura di Pavia all’epoca sotto la guida di Mario Venditti. Il recente avviso di garanzia, menzionato dal Tg1, è il frutto di una nuova analisi del DNA condotta utilizzando metodi avanzati.

Sempio è accusato di omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi stesso, come riportano i documenti in possesso del Tg1, per aver colpito la vittima al capo e al volto ripetutamente con un oggetto contundente.

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