Dramma della solitudine: muore in casa e la trovano dopo una settimana

Redazione
Dramma della solitudine: muore in casa e la trovano dopo una settimana

Dramma della solitudine: muore in casa e la trovano dopo una settimana. Un vero e proprio dramma della solitudine a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi. Dopo l’allarme lanciato da alcuni volontari, una donna di 57 anni è stata trovata morta.

L’hanno trovata in casa i vigili del fuoco, nel suo appartamento (al primo piano di una piccolo condominio), che era chiuso a chiave dall’interno. Sembra che il decesso fosse avvenuto almeno una settimana prima.

La donna era stesa nel suo letto. Nessuno dei vicini, nelle palazzine di via Pier Giovanni Rizzo, si sarebbe accorto dell’accaduto. La donna era assistita dalla Caritas i cui volontari hanno dato l’allarme dopo aver ripetutamente suonato al campanello, senza ottenere risposta.

Per entrare nell’appartamento si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco, sul posto sono anche intervenuti i carabinieri. I pompieri sono entrati in casa rompendo la vetrata di un balconcino.

La povera donna non aveva parenti in paese e sembra non avesse particolari rapporti con i vicini, che spesso non la vedevano per giorni e giorni. Per questo, nessun aveva dato l’allarme, nonostante l’odore nauseabondo che si era diffuso da un paio di giorni nella palazzina.

Bari, pesce scaduto in ristoranti sushi del centro: sequestri e denunce

Oltre una tonnellata di prodotto ittici è stata sequestra dalla Guardia costiera di Bari in pescherie e ristoranti etnici e di cucina orientale, per un totale di 50 mila euro di sanzioni amministrative comminate e sei denunce.

In un ristorante sushi del centro di Bari, ad esempio, sono rinvenuti alimenti congelati e prodotti ittici scaduti, tra cui cozze sgusciate in sacchi di provenienza estera, per un quantitativo totale di circa 100 chili.

Frode in commercio

Le violazioni contestate hanno riguardato principalmente la frode in commercio; il cattivo stato di conservazione degli alimenti e la mancanza di documenti che attestassero la provenienza e quindi la tracciabilità del prodotto ittico.

Prevalentemente di importazione, «a cui è correlato il rischio – spiegano gli investigatori – che lo stesso sia pescato in zone del pianeta contaminate nelle quali è addirittura vietata la cattura di specie ittiche».

«Purtroppo è piuttosto diffuso il fenomeno della vendita di prodotto ittico non dichiarato e quindi non tracciabile, o la somministrazione di prodotto privo di etichettatura e informazioni obbligatorie sulla provenienza.

Spesso in cattivo stato di conservazione e di qualità non corrispondente a quella indicata in menù e depliant informativi, – sottolinea la Guardia costiera – con la conseguenza che la salute di ignari clienti e consumatori è messa in pericolo da fraudolenti operatori».

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