Il Ministro dei Trasporti De Micheli, affossa la norma contro gli autovelox selvaggi

Redazione
Il Ministro dei Trasporti De Micheli, affossa la norma contro gli autovelox selvaggi

Le buone notizie su multe e autovelox selvaggi dovranno attendere. Ad Ottobre si attendeva una norma che regolasse l’utilizzo degli autovelox selvaggi ma il Ministro ha fermato tutto, esprimendo parecchi dubbi sulla norma in questione. Così come, durante l’audizione in commissione Trasporti della Camera, il ministro affossa anche la riforma del codice della strada.

Lo stop al decreto su multe e autovelox

Il decreto dovrebbe stabilire come vengono spesi i soldi provenienti dal pagamento delle multe. Dovrebbe tutelare i cittadini dai dispositivi che si trovano per strada per la rilevazione della velocità, senza che ci sia un preavviso. Il ministro De Micheli ha ereditato questo decreto dal suo predecessore, Danilo Toninelli, ma ora ammetta le sue perplessità: “Non vi nego che, mentre sulla questione della destinazione dei proventi derivanti dalle contravvenzioni sono abbastanza d’accordo, sul secondo credo che potrebbero esserci gravi problemi di natura economica per le province e i comuni, perché la misura determina l’impossibilità di utilizzare gli autovelox su strade non di proprietà dell’ente”.

Le parole del Ministro

Il ministro sottolinea che il punto “è che non si può fare un atto senza la valutazione dell’impatto che quell’atto amministrativo avrà. Ci prendiamo tempo per capire se l’allarme delle province e dell’Anci è emotivo o se può avere un impatto reale. Credo che dobbiamo dare una certa omogeneità, non possiamo fare delle manovre per cercare di sbloccare dei soldi a comuni e province e poi facciamo fare decreti al ministero per toglierli”.

Il Mef affossa la riforma del codice della strada

Altro tema affrontato da De Micheli è quello della riforma del codice della strada. Approvata in commissione dalla precedente maggioranza di governo composta da Lega e Movimento 5 Stelle. “Il ministero dell’Economia ha affossato quel testo”, chiarisce subito De Micheli. “Credo che su quel tema bisognerà tornarci.  Preferirei che fosse il Parlamento a farlo perché come mia modalità di lavoro non ho nessuna intenzione di invadere, le competenze del potere legislativo. Secondo me quella è la classica materia” da affrontare in Parlamento, ferma restando la disponibilità del ministero “a dare il suo contributo”. Il Mef, conclude De Micheli, “ha lasciato in piedi pochissime norme di quella riforma dando il suo parere, quindi bisognerà fare una verifica”.

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