Infortunio sul lavoro: 46enne muore schiacciato sul cantiere

Redazione
Infortunio sul lavoro: 46enne muore schiacciato sul cantiere

Infortunio sul lavoro: 46enne muore schiacciato sul cantiere. Di nuovo un dramma sul luogo di lavoro. E’ successo alle 10 di questa mattina, 6 maggio 2021, in largo Antonio Canova a Pagazzano, in provincia di Bergamo.

Infortunio mortale sul lavoro

Gravissimo infortunio sul lavoro questa mattina a Pagazzano. Un 46enne è rimasto schiacciato mentre stava lavorando in cantiere. Sul posto è giunta un’ambulanza della Croce rossa di Treviglio e un’automedica in codice rosso.

Insieme a loro anche i carabinieri per i rilievi e stabilire la cause dell’incidente; i Vigili del fuoco e i tecnici di Ats Bergamo. Inutile ogni tentativo di soccorrere la persona rimasta coinvolta nell’incidente.

Secondo una prima ricostruzione la vittima, un 46enne, è rimasto schiacciato da un carico caduto dall’alto. Troppo gravi le ferite riportate. Ai soccorritori non è rimasto altro da fare che constatarne il decesso.

Morte di Luana, cosa è e come funziona un orditoio

Il rumore non si ferma mai. Girano gli orditoi tessili, girano all’infinito. I fili ruotano in continuazione, passano da un attrezzo all’altro, diventano tessuti pronti a partire verso i marchi della moda.

«Non è un lavoro semplice, bisogna stare molto attenti, ma io lo faccio da vent’anni con passione» racconta Simona Mannelli, dipendente della GT 2000 a Prato, orditura tessile che importa i prodotti direttamente dai lanifici e li trasforma in tessuti.

Duemila metri quadrati di capannone, sette orditoi, trenta dipendenti. Tra loro c’è Lucia Lamparelli: «Lavoro qui da 25 anni, per lavorare a un orditoio ci vuole tanta attenzione e tanta accortezza».

Queste operaie fanno lo stesso lavoro che faceva Luana, la ragazza morta risucchiata proprio da un orditoio. «A volte siamo troppo sicuri dei gesti che si fanno – racconta ancora Lucia – ma con le adeguate protezioni si riesce a lavorare bene e in sicurezza.

Un lavoro sfiancante? Per me no, a me dà soddisfazione, può sembrare un lavoro ripetitivo, ma lavoriamo a tanti tipi di filati e ci sono cose diverse da fare». Eppure il rumore non dà tregua, si sentono i rulli che girano, il cigolio delle macchine. Per parlarsi bisogna alzare la voce.

«Se sei stanco, non puoi lavorare a un orditoio, se non sei al cento per cento, è meglio se non ti avvicini ai macchinari – dice Vincenzo Matassa, responsabile della sicurezza della GT 2000 – È un lavoro duro, come tutti i lavori del resto, ci vuole molta attenzione.

Noi abbiamo tutte le sicurezze, tra cui le fotocellule che fermano il macchinario se un operaio si avvicina troppo, ma le attenzioni non bastano mai, bisogna essere sempre molto concentrati, non si deve mai abbassare la guardia».

Responsabile dell’azienda è Andrea Belli, anche lui profondamente scosso dalla straziante vicenda di Luana. «Conoscevo la titolare dell’azienda per cui lavorava, è una persona molta attenta alla sicurezza e quello che è successo è drammatico». (fonte corriere.it)

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