Ipotesi lockdown: ecco quando, come e dove

Redazione
Ipotesi lockdown: ecco quando, come e dove

Ipotesi lockdown: ecco quando, come e dove. Una serrata a Natale sarebbe drammatica per i consumi. Non è una novità. È abbastanza ovvio.

Tuttavia è qualcosa che va rammentato

Non è chiaro se questo governo, qualora i dati non dovessero migliorare, accederà a un livello successivo di blocco generalizzato.

Ma c’è una sicurezza

Questa misura, se dovesse essere messa in campo, sarebbe una catastrofe per l’economia del Belpaese. Secondo il Censis gli italiani sono ben disposti a compiere dei sacrifici oggi perché è convinta che a breve si arriverà a una cura definitiva proprio entro la fine dell’anno.

Opinione diffusa maggiormente al Sud (55,2%) e tra gli anziani (53,5%). Ma non è tutto rose e fiori. Uno degli obiettivi dell’ultimo Dpcm è quello di scongiurare un nuovo lockdown durante il periodo natalizio.

E secondo un rapporto Censis-Confimprese, realizzato con il contributo di Ceetrus, infatti, una chiusura totale a Natale costerebbe all’Italia 25 miliardi di euro di consumi.

Non poca cosa.

A causa della seconda ondata di restrizioni in aggiunta al primo lockdown, il crollo dei consumi si attesterà sui 229 miliardi di euro.

A cui sarebbe associato un catastrofico taglio potenziale di posti di lavoro, fino a 5 milioni di unità. Dal rapporto emerge come il solo retail subirà un taglio del 21,6%, pari a 95 miliardi di euro, con il rischio di perdere oltre 700mila posti di lavoro nell’intero comparto.

Il commercio in Italia è un comparto che frutta miliardi di euro l’anno. Ma questa categoria è stata vessata oltremodo dai giallorossi.

Ecco spiegato le proteste generalizzate delle partite Iva diffusesi in tutto lo Stivale. Non amano la violenza. E sono scesi in piazza pacatamente per battersi in quello in cui credono. Non fanno notizia. A differenza delle scene di guerriglia a cui abbiamo assistito nelle scorse ore a Milano e Torino.

L’importanza della vendita al dettaglio è testimoniata dal fatto che, da quando siamo in emergenza sanitaria, 18 milioni di persone in Italia hanno modificato i propri comportamenti di acquisto.

Cambiando negozi o brand di riferimento, gestendo diversamente la spesa, cambiando i criteri di scelta dei luoghi di acquisto.

Il presidente di Confimprese, Mario Resca, ha puntualizzato

“La situazione della distribuzione e del commercio in generale è già durissima oggi con chiusure soltanto parziali.”

“Perché da quando, appena una settimana fa, si è cominciato a parlarne, la flessione è stata immediata. I clienti si sono diradati e la distribuzione, la ristorazione e il commercio hanno già intravisto i giorni bui di marzo e aprile”.

A ciò si aggiunge che in relazione al virus, la chiusura dei centri commerciali il sabato e la domenica in alcune Regioni non risolve nulla. Concentra (se mai) i già scarsi clienti durante gli altri giorni della settimana con disagi maggiori. Fonte ilgiornale

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