Lecce: sfregiato dai vandali il molo di Adriano
Lecce: sfregiato dai vandali il molo di Adriano. È appena stato vandalizzato in Salento il molo di Adriano, a San Cataldo. Con una bomboletta spray qualcuno ha sfregiato uno dei beni archeologici più importanti del territorio leccese.
Il vandalo ha agito sabato 1 agosto. Ha sfregiato un molo che tra il 500 e il 600 divenne approdo di pellegrini, punto di imbarco per il commercio dell’olio locale.
I lavori per il recupero archeologico del molo.
Non è la prima volta che l’antico molo di epoca romana finisce nel mirino di improvvisati writer. Era già accaduto prima del 2017, quando si erano conclusi i lavori della Soprintenza per restituire al presente un pezzo di Storia del Salento.
I lavori avevano compreso la messa in sicurezza del bene e la presenza di passerella di cinquanta metri che consente ai turisti di godere della struttura muraria.
Il valore storico delle mura
Era infatti a San Cataldo che, anticamente, si incrociavano le navi romane dell’imperatore Adriano e quelle dei commercianti che solcavano il Mediterraneo diretti in Grecia o in Nord Africa.
L’assessore alla Cultura e architetto Fabiana Cicirillo in merito all’atto vandalico dice:
«Siamo annichiliti da tanta, crassa ignoranza. Il molo di Adriano è un bene fondamentale per la città e per le marine. È della città e dei cittadini, ma è la Soprintendenza ad avere la competenza della tutela».
Unite nello sdegno e nella ferma condanna del gesto le due principali istituzioni del territorio, Comune e Soprintendenza. Entrambe si dividono sulla responsabilità del recupero e della difesa del molo.
Come specificato dalla Soprintendenza:
«Purtroppo abbiamo visto ieri le foto ma il bene è proprietà del Comune. Noi abbiamo soltanto la responsabilità della gestione e della tutela del bene».
I problemi per il nuovo restauro
In merito alla restaurazione del molo di Adriano stanno sorgendo numerosi problemi. Palazzo Carafa, con l’assessorato all’Urbanistica retto da Rita Miglietta, aveva suggerito la realizzazione di alcuni “chioschi culturali” intorno.
L’intento quello di offrire servizi ai turisti che avrebbero fatto anche da “presidio” a difesa del bene. L’idea però è stata bocciata subito dalla Soprintendenza, decisa a mantenere “libera” quella fetta di demanio pubblico attorno al molo.
Per la Maglietta:
«Il tema del recupero e della salvaguardia dei beni archeologici passa necessariamente dall’attivazione di servizi per la fruizione e valorizzazione culturale del bene archeologico. È auspicabile che la Soprintendenza si sieda accanto al Comune per installare in quell’area manufatti funzionali alla fruizione del bene, perché è anche l’assenza di presidi a facilitare questi deprecabili e oltraggiosi episodi di vandalismo».
Intanto alla Soprintendenza, sta giungendo forte l’appello dei leccesi: si faccia presto, il molo torni a splendere.
Mariagrazia Veccaro