Morto da giorni, ritrovato in un campo in mezzo all’erba

Redazione
Morto da giorni, ritrovato in un campo in mezzo all’erba

Morto da giorni, ritrovato in un campo in mezzo all’erba. Chi percorreva la 131 ogni giorno, avanti e indietro, tra Sassari e Porto Torres, lo incrociava spesso. Zaino in spalla, a piedi sul ciglio della strada.

Talvolta barcollante e in più di una occasione aveva corso il rischio di essere travolto da qualche auto che gli sfrecciava accanto. Da qualche giorno, però, era sparito nel nulla, ieri intorno alla 17 la tragica scoperta.

Mario Sedda, 40 anni di Porto Torres, una vita complicata che non gli ha certo fatto sconti, è trovato morto in mezzo all’erba, in via Sassari (all’altezza del numero civico 173), davanti alle villette.

Accanto a lui lo zainetto. Dentro qualche lattina e una bottiglia, compagne inseparabili che segnano la vita complicata di chi è scivolato sulle vie del disagio e vive, alla sua maniera, la solitudine.

L’allarme

L’allarme è dato da un uomo che passeggiava con il suo cane: «Ho visto lo zaino e poi poco di lato sbucava una gamba. Ho chiamato subito i carabinieri». Sul posto sono intervenuti i militari della compagnia di Porto Torres, la zona è delimitata e il magistrato ha disposto l’intervento del medico legale per le prime valutazioni.

Dall’esame, non sono emersi segni di violenza, la morte di Mario Sedda risalirebbe ad alcuni giorni fa: il corpo è stato trasferito all’Istituto di Patologia forense per l’effettuazione dell’autopsia.

Secondo le prime indicazioni del medico legale non erano presenti segni di violenza. Escluso quindi che possa essere stato investito da un’auto o che sia stato vittima di una aggressione. La morte sarebbe sopraggiunta per cause naturali. Anche se la conferma arriverà solo dall’autopsia.

Intelligente, buono, perennemente in difficoltà e alla ricerca di una via d’uscita da una vita segnata da sofferenze e difficoltà: Mario Sedda non si fermava mai, girava a piedi e te lo ritrovavi ovunque. Anche di notte, sbucava dal buio lungo la superstrada, verso Li Lioni, quando cominciava il cammino di rientro.

La sua disponibilità

La sua disponibilità e la necessità di stare insieme agli altri, a volte (forse troppe) è stata confusa da chi ha profittato delle sue condizioni di fragilità non certo per dargli una mano. Mario Sedda stava sulla frontiera degli ultimi, di quelli che non fanno notizia, che muoiono soli.

Forse si era fermato per riposare in quello spazio verde, o magari non ce l’ha fatta più ed è caduto tra gli arbusti senza riuscire a rialzarsi. Non era facile da aiutare, era più semplice andargli contro.

Morire soli è la più grande paura di qualsiasi essere umano, anche di chi ha scelto (forse senza volerlo) di vivere ai margini di una società che guarda lontano e si perde il vicino. Dimenticando il prossimo. (Fonte lanuovasardegna.it)

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