«Non hai le posate, niente pranzo»: non può mangiare a scuola
Questa mattina alla primaria Bruno Ciari di Grugliasco, una maestra ha fatto chiamare i genitori perché venissero a prendere il figlio. Nella borsa del pranzo mancavano le posate, così un bambino di terza elementare non ha potuto mangiare a scuola.
Le dichiarazioni del padre
«Erano tutti in refettorio, cosa ci voleva a prestargli forchetta e coltello? Si sarebbe potuto risolvere tutto con un avviso sul diario, chiedendoci soltanto un po’ più di attenzione».
La replica del Dirigente Alberto Francesco Cervia
«Chi porta il pranzo da casa non è iscritto a mensa e la ditta di ristorazione avrebbe potuto sollevare problemi per il prestito delle posate. Le loro sono in metallo, mentre noi abbiamo stabilito che i bambini del pasto domestico devono usare quelle in plastica riutilizzabile». Il «patto di collaborazione» con i genitori prevede anche che, in caso di dimenticanza, il pasto non possa essere portato in orario scolastico. Quindi nemmeno le posate. La maestra ha interpretato la norma in modo un po’ rigido. Se ci fossimo parlati avremmo trovato un’altra soluzione».
Invece una collaboratrice scolastica è stata incaricata di chiamare i genitori. Il papà lavora ad Avigliana, la mamma a Torino. Nessuno dei due poteva andare. Alla fine è corso a prenderlo il nonno che lo ha portato a casa a mangiare.
Ancora le prole del padre
«Sulla questione del pasto domestico non dobbiamo farci la guerra tra adulti, una maestra dovrebbe avere cuore, è lei che ha la tutela del bambino quando è a scuola. Di fatto gli ha vietato di mangiare, due posate non si negano a nessuno». Il bambino non è rimasto a digiuno, va precisato. È uscito con il nonno e poi è tornato in classe, mentre il papà si è offerto di portare a scuola una fornitura di posate mono uso per tutti i bimbi che dovessero ritrovarsi senza.(Fonte Corriere della Sera)