Oderzo: Giuseppe Silvestrini si impicca dopo aver accoltellato la sua avvocata

Redazione
Oderzo: Giuseppe Silvestrini si impicca dopo aver accoltellato la sua avvocata

Oderzo: Giuseppe Silvestrini si impicca dopo aver accoltellato la sua avvocata. Prima ha accoltellato la sua avvocata all’interno dello studio legale, poi è scappato via. Dopo non molto, i carabinieri hanno trovato l’aggressore senza vita all’interno di un rustico di famiglia.

Il dramma si è consumato oggi a Oderzo, nella provincia di Treviso. Giuseppe Silvestrini, infermiere di 53 anni, si è tolto la vita, impiccandosi nell’abitazione disabitata. A ritrovarne il corpo esanime sono stati i fratelli, Renato e Roberta, ignari di quanto era avvenuto poco prima che il fratello rincasasse.

L’avvocata, accoltellata probabilmente in seguito a una lite esplosa per una causa civilistica, è soccorsa ed è trasferita in ospedale a Oderzo. La donna, Meri Zorz, di 50 anni circa, non sarebbe in pericolo di vita.

Meri Zorz, sanguinante e sotto choc, è scesa dal suo ufficio e ha chiesto aiuto all’edicolante, Marino Bergamo, che ha il negozio poco distante. La donna è accompagnata da un’ambulanza del Suem 118 al pronto soccorso dell’ospedale di Oderzo.

Dopo le medicazioni e gli esami del caso (oltre alle le ferite è riscontrato anche un forte trauma cranico) la 50enne è dimessa con una prognosi di circa 30 giorni.

Meri Zorz

Cosa è successo a Oderzo

Secondo quanto si è appreso l’uomo, da tempo cliente dello studio legale in via Dall’Ongaro, nella mattinata di oggi avrebbe avuto una discussione su un contenzioso civile seguito dalla professionista, sfociata poi nell’aggressione. Ma le ragioni dell’aggressione sono ancora tutte da chiarire.

Le lesioni subite dall’avvocata, provocate da un’arma da taglio non ancora ritrovata, riguardano le braccia e la parte superiore del corpo della donna, e le hanno causato una perdita di sangue abbondante, ma non tale da causare rischi di vita o danni permanenti. Ha una prognosi di 30 giorni.

Le probabili motivazioni

Due mesi fa la morte del padre, Giacomo, all’età di 84 anni, aveva aperto la complessa questione dell’eredità tra i figli, con la successione di alcuni terreni e dell’abitazione di famiglia, un rustico a Baselghelle di Mansuè, in via Perezzi, stabile che nel 2021 era stato peraltro devastato da un incendio.

Una famiglia definita “difficile” per problemi psicofisici da cui sono affetti almeno due dei tre fratelli. E’ questo il quadro in cui è maturata la tragedia che si è consumata nella mattinata di oggi, lunedì 24 aprile, quando Giuseppe Silvestrini, infermiere di 53 anni, si è tolto la vita, impiccandosi nell’abitazione disabitata.

L’episodio è avvenuto poco dopo le 10 all’interno dello studio legale “Puppinato Zorz” di via Dall’Ongaro a Oderzo. Silvestrini, armato di un coltello che peraltro non è stato più rinvenuto, ha ferito con alcuni fendenti, ad una spalla e ad una mano, la civilista e si è poi dileguato, forse consapevole, nel suo raptus di follia, del gesto di cui si è reso protagonista e delle eventuali conseguenze.

L’intervento delle forze dell’ordine

Nello studio legale e presso l’abitazione di famiglia (da tempo residente in un container prefabbricato proprio a pochi metri dal rudere) sono intervenute alcune pattuglie dei carabinieri della Compagnia di Conegliano.

L’indagine su questa drammatica vicenda sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Treviso che dovrà far luce sui alcuni punti che restano ancora oscuri. Sembra che prima di avvalersi dell’avvocato Zorz, la famiglia Silvestrini avesse già cambiato altri legali per gestire questa vicenda relativa alla successione.

Il raptus di violenza del 53enne non sarebbe però ascrivibile a contrasti tra i tre fratelli ma alle loro difficoltà, dovute proprio al venire a capo della complessa suddivisione dei beni appartenuti al padre scomparso.

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