Omicidio a Castelvetrano, lite finisce in sparatoria: ucciso un 33enne

Redazione
Omicidio a Castelvetrano, lite finisce in sparatoria: ucciso un 33enne

Omicidio a Castelvetrano, lite finisce in sparatoria: ucciso un 33enne. La città è sotto shock per la morte di Vincenzo, conosciuto da tutti come Takatá e per il cognome del padre naturale, Triolo.

Sul corpo di Favoroso sono stati scoperti segni di arma da fuoco che ne avrebbero causato la morte. Dai primi rilievi, pare che l’arma del delitto sia stato un fucile a canne mozze. Ma è ancora tutto da chiarire sulle dinamiche dell’efferato omicidio.

Qualcuno, avrebbe segnalato ai carabinieri di una sparatoria proprio in quella via, a diversi chilometri dal luogo in cui è stato ritrovato il corpo.

Sui social gli amici non si danno pace. Vincenzo era molto conosciuto in paese anche per il suo passato da calciatore e svolgeva, fino a qualche mese fa, l’attività di camionista. La stessa attività svolta dal padre.

Era inoltre uno dei fondatori del gruppo di tifosi ultras della Folgore «Old Fans», squadra di calcio della sua città. Sui social sono già apparsi centinaia di commenti di amici e conoscenti.

«Purtroppo – scrivono i suoi amici – oggi arriva una triste e straziante notizia: ci ha lasciato Vincenzo, storico ultras Folgorino e componente degli Old Fans. Tutto il gruppo porge le condoglianze alla famiglia. Che la terra ti sia lieve».

Covid, a Palermo scambio tra salme: sepolto defunto sbagliato

La Procura di Palermo sta indagando su uno scambio di salme che sarebbe avvenuto al Civico di Palermo. Nei giorni scorsi nell’ospedale ci sono stati diversi decessi per Covid. I corpi sono stati restituiti alle famiglie per la sepoltura.

Oggi, però, l’agenzia funebre contattata dai familiari di una delle vittime, che avrebbe dovuto portare la salma al cimitero di Messina, si è accorta di aver preso il morto sbagliato.

Inizialmente si è pensato che ci fosse stato uno scambio con un’altra persona deceduta che, nel frattempo, era già stata tumulata a Roccamena.

Ma i carabinieri, ai quali la procura ha delegato l’inchiesta, hanno accertato che i due decessi non sarebbero avvenuti in tempi ravvicinati, quindi si ipotizza che l’errore abbia riguardato un’altra salma.

La tesi su cui lavorano i magistrati è che ci sia stato un errore nell’apposizione delle targhette coi nominativi dei defunti. I militari dell’Arma stanno sentendo i parenti dei pazienti morti e verosimilmente dovrà essere disposta la riesumazione dei cadaveri tumulati per errore.

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