Professoressa ebbe figlio con 15enne, chiesti 7 anni
Professoressa ebbe figlio con 15enne, chiesti 7 anni. Per il marito che si è assunto la paternità chiesti 2 anni.
La procura di Prato ha avanzato una richiesta di condanna a sette anni di reclusione per la donna di 32 anni accusata – tra gli altri capi di imputazione – di violenza sessuale dopo che nell’estate del 2018, ha avuto un figlio da un 15enne a cui dava ripetizioni di inglese.
L’accusa ha chiesto per il marito della donna, accusato di aver assunto la paternità del bambino sapendo di non essere il padre naturale, due anni di reclusione.
Entrambi i coniugi erano presenti oggi in aula. La presidente del collegio giudicante Daniela Migliorati ha deciso di rinviare la sentenza del processo ai prossimi giorni, con data da doversi decidere.
I fatti
La vicenda occupò le pagine dei giornali tre anni fa quando le analisi del dna confermarono che la paternità del bambino nato nell’autunno 2018 alla donna di 35 anni di Prato, accusata di atti sessuali con minore, era del 15enne che con la donna avrebbe avuto una relazione.
Gli inquirenti ebbero modo, allora, di confrontare il dna del figlioletto e anche dell’adolescente. Per il figlio la donna ha dato il consenso al prelievo venerdì.
“I campioni del test – aveva detto in mattinata uno degli avvocati della professoressa, Mattia Alfano – sono stati eseguiti e i risultati ci saranno a ore: la verità dei fatti secondo noi prescinde da questo risultato ed è per questo che abbiamo chiesto che sia sentita subito dagli investigatori”.
Dichiarazioni spontanee
I legali della donna presentarono la richiesta di poter fare dichiarazioni spontanee, perciò la procura di Prato convocò la 35enne negli uffici degli inquirenti. L’insegnante è stata sentita circa due ore e mezzo e l’interrogatorio è stato secretato.
La professoressa di inglese era arrivata in procura con il marito passando da un’entrata secondaria.
All’interrogatorio, oltre ai due sostituti procuratori titolari dell’inchiesta, partecipò anche il capo della squadra mobile Gianluca Aurilia che guida le indagini.
La famiglia del ragazzo presentò querela contro l’insegnante, che era una loro conoscente, anche per la nascita del bambino. Anche così il ragazzo si sarebbe aperto coi genitori che hanno preso l’iniziativa di andare a riferire tutto alla polizia.