Salvini a Catania: “Sono a processo per aver combattuto gli scafisti”

Redazione
Salvini a Catania: “Sono a processo per aver combattuto gli scafisti”

Salvini a Catania: “Sono a processo per aver combattuto gli scafisti” . Sono sereno, tranquillo e orgoglioso”. Lo ha detto Matteo Salvini al suo arrivo al carcere di Bicocca per la seconda udienza preliminare del processo sul caso Gregoretti.

E aggiunge: “Siamo in un’aula bunker che di solito ospita processi per mafia. Interverrò riportando alcuni dati del mio ministero. Abbiamo salvato vite e protetto un Paese, quello che non è accaduto dopo.

Perchè dopo di me ci sono morti annegati, diritti negati. Arrivare in Italia è un diritto che richiede il rispetto di alcune regole, come in tutti gli atri paesi del mondo”. “Mi dispiace solo – ha aggiunto – di dovere far perdere tempo a giudici, avvocati, forze dell’ordine in un’aula bunker che solitamente è impiegata per processi di mafia.

Io sono un cittadino italiano rispettoso di quello che la giustizia mi chiede per rispondere di quello che avevo promesso agli italiani di fare. Bloccare il traffico di esseri umani e il business dell’immigrazione clandestina senza fare male a nessuno”.

L’accusa è di sequestro di persona

Salvini – accusato di sequestro di persona per i ritardi nello sbarco dalla nave Gregoretti di 131 migranti ad Augusta il 31 luglio 2019 – è accompagnato dal suo legale Giulia Bongiorno. Quest’ultima è arrivata con un trolley pieno di carte.

“Il video in cui il premier Giuseppe Conte parla del governo e del ruolo dell’esecutivo nella decisione sugli sbarchi in Italia di migranti come idea condivisa è nella memoria difensiva già depositata agli atti del procedimento” ha detto il legale.

Oggi saranno ascoltati dal gup Nunzio Sarpietro gli altri due testimoni convocati, gli ex ministri Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli. “Sono curioso di sentire cosa diranno” dice il leader leghista ricordando che “condividevano questa linea”.

Nelle prossime settimane saranno sentiti anche i ministri Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese. Il premier Giuseppe Conte ha chiesto invece giorni fa l’applicazione del secondo capo dell’articolo 205 del Codice di procedura penale.

Articolo che, per in relazione al ruolo, contempla la possibilità di essere esaminati nella sede in cui esercitano il loro ufficio, al fine di garantire la continuità e la regolarità della funzione cui sono preposti.

Il giudice deciderà quando sarà ascoltato a Roma. Sono decine i giornalisti accreditati che sono tenuti fuori dal bunker sotto una tenda della Croce Rossa.

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