Sos presepi San Gregorio Armeno, il grido di dolore: Aiutateci!
Sos presepi San Gregorio Armeno, il grido di dolore: Aiutateci!. Saracinesche chiuse e un cartello davanti ad ogni bottega dell’artigianato presepiale.
“Io non apro, senza aiuti le botteghe di San Gregorio Armeno muoiono e con loro la storica tradizione di Napoli e ne soffrirà inevitabilmente tutta la città e la Campania”.
Così gli artigiani del presepe a Napoli protestano nel giorno dell’apertura di tutti i negozi in Italia, sottolineando la crisi profondissima per il covid19. San Gregorio Armeno, la strada sempre affollata di turisti tutto l’anno e gremita con tanto di sensi pedonali obbligati da novembre a Natale, è deserta. In strada solo i pastorai.
“Chiediamo subito un incontro al governatore De Luca – spiega l’artigiano Dino Bavaro – dopo aver parlato con il sindaco per continuare questa splendida tradizione. Dopo tre mesi di chiusura siamo in ginocchio, la produzione è ferma e la vendita è zero, ci serve un sostegno per mantenere la tradizione del presepe napoletano”.
Sulla pagina Facebook Le Botteghe di San Gregorio Armeno è stato invece scritto: “Leggo tantissimi tifosi della napoletanità, in primis il sindaco, ultimo vicenda Feltri. Ora sta per morire il simbolo per eccellenza della napoletanità, artigianato presepiale della strada più famosa al mondo, San Gregorio Armeno. Ma non vedo la stessa indignazione per questa vicenda. Perché?
Tutti gli artigiani, compatti, chiedono un confronto con il presidente Vincenzo De Luca, l’unica persona percepita come in grado di permettere alle botteghe di sopravvivere e portare avanti una tradizione della quale la città e la regione non possono fare a meno.
L’impatto economico sarebbe disastroso, senza parlare di quello culturale: non possiamo permetterci di perdere secoli di identità e bellezza.