Strage di Monreale: il commando era dello Zen di Palermo

Andrea Miceli ha salvato prima la fidanzata facendola nascondere in auto, poi ha raggiunto il cugino Salvatore Turdo morendo sotto i colpi di pistola

Redazione
Strage di Monreale: il commando era dello Zen di Palermo

Strage di Monreale: il commando era dello Zen di Palermo. Andrea Miceli ha salvato prima la fidanzata facendola nascondere in auto, poi ha raggiunto il cugino Salvatore Turdo morendo sotto i colpi di pistola.

Durante la notte tra sabato e domenica 27, una sparatoria a Monreale, vicino Palermo, ha provocato la morte di tre giovani e ne ha feriti altri due.

Andrea Miceli, 26 anni, prima di essere colpito mortalmente, ha messo in salvo la sua fidanzata facendola salire in auto e consigliandole di chiudersi dentro senza aprire a nessuno.

Subito dopo è corso in aiuto del cugino, Salvatore Turdo, di 23 anni, ma entrambi sono stati colpiti da proiettili fatali. Questo è quanto riportato dai testimoni e confermato dagli inquirenti. Andrea e Salvatore erano figli di due sorelle.

La terza vittima, Massimo Pirozzo, anch’egli 26enne, è deceduta in ospedale poco dopo. Tutti e tre i giovani erano di Monreale e non avevano precedenti penali.

Un gruppo proveniente dalla Zen di Palermo autore degli spari

Si ritiene che gli autori degli spari siano stati membri di un gruppo proveniente dal quartiere Zen di Palermo. Il gruppo, composto da almeno otto o forse dieci persone e armato con due o tre pistole semiautomatiche, avrebbe cercato di rubare motociclette nel centro di Monreale.

La loro scoperta da parte dei giovani del posto avrebbe dato origine a una rissa culminata con la sparatoria. Due o tre individui avrebbero sparato, coinvolgendo inizialmente due ragazzi dello Zen, seguiti da altri.

Al momento non sono stati emessi provvedimenti di arresto, ma sono previsti interrogatori nel pomeriggio con gli avvocati. A Monreale, la piazza è in preda allo sgomento e al terrore dopo la notte di violenza.

I fori dei proiettili sono visibili nelle fioriere, con circa quindici colpi sparati. Gli investigatori stanno cercando di identificare i responsabili tramite testimonianze ed immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nel Duomo.

Incredulità in molti cittadini

Giuseppe Guzzo, residente nelle vicinanze, racconta di aver percepito una normale atmosfera di festa, ma senza avvertimenti di quanto stava per accadere.

Molti cittadini esprimono incredulità e si interrogano sull’eventualità di annullare le celebrazioni per il Santissimo Crocifisso, previste dall’1 al 3 maggio.

Alcuni, come un commerciante che preferisce mantenere l’anonimato, ritengono che la cancellazione della festa sia un atto di rispetto dovuto alle vittime e alla comunità colpita.

Lungo via Benedetto D’Acquisto, dove si è verificata la sparatoria, all’angolo con piazza Vittorio Emanuele, si possono ancora vedere le tracce dei bossoli tra le fioriere di locali e ristoranti, e macchie di sangue sul selciato vicino ai negozi di ceramiche colorate degli artigiani.

“Siamo molto preoccupati”

Nella cittadina vicina a Palermo, sembra che una sorta di normalità sia tornata tra turisti e cittadini. «Siamo molto preoccupati – affermano alcuni commercianti – Ieri notte, c’erano tantissimi giovani e nessuna pattuglia delle forze dell’ordine. Le ambulanze sono arrivate prima dei carabinieri. Temiamo per le nostre attività e per la nostra sicurezza».

«Sono profondamente turbato – dice un imprenditore – Le vittime sono figli di amici. Si racconta che qualcuno sia venuto da Palermo e abbia aperto il fuoco. Forse i nostri ragazzi sono stati coinvolti per caso».

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