9 Dicembre 2019
Terremoto nel Mugello, scosse vicine alla faglia attivata nel 1542. Sono più vicini alla faglia che si è attivata nel 1542 che a quella che ha causato il sisma del 1919, i terremoti in corso in Toscana, nel Mugello: lo ha detto il direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Salvatore Stramondo, alla luce delle analisi condotte finora. Sono almeno 40 i terremoti registrati finora e il più forte, di magnitudo 4,5, è avvenuto alle 4,37 nella provincia di Firenze, alla profondità di 9 chilometri.
“Non ci sono ancora elementi certi – ha osservato Stramondo – per stabilire che si tratti della stessa faglia che si è attivata nel 1542 causando un terremoto di magnitudo stimata intorno a 6,0. Quello che al momento notiamo è che i terremoti in corso avvengono a ridosso dell’area colpita nel 1542, a soli 8-10 chilometri a Nord-Ovest”. Si trova invece a 15-20 chilometri a Est l’area nella quale un secolo fa è avvenuto il terremoto di magnitudo 6,4, uno dei più importanti della regione, con oltre 100 morti.
“Sappiamo che l’area del Mugello è fortemente sismica, ma non possiamo fare previsioni sull’evoluzione futura”, ha detto ancora Stramondo. “In quell’area negli ultimi 10-12 anni sono avvenute almeno tre sequenze sismiche con terremoti di magnitudo superiore a 4,0”. E’ accaduto nel 2008 con due scosse di magnitudo superiore a 4,0 e una sequenza prolungata nel tempo, con circa 180 eventi. Nel settembre 2009 un terremoto di magnitudo 4,2 è stato accompagnato da 70 repliche e nel 2015 un sisma di magnitudo 4,3 è avvenuto un po’ più a Nord.
Il meccanismo che li ha generati è quello tipico di tutti i terremoti che avvengono negli Appennini, ossia di tipo estensionale, nel quale la crosta terrestre si distende nell’area compresa tra la costa tirrenica e quella adriatica.
Il terremoto di magnitudo 6,4 avvenuto un secolo fa nel Mugello “dà la misura della magnitudo che possiamo aspettarci in questa zona”, anche se “è impossibile fare previsioni” e considerando la grande incertezza degli elementi basati sulle ricostruzioni storiche. Lo ha detto il sismologo Gilberto Saccorotti, della sezione di Pisa dell’Ingv.
Il terremoto avvenuto un secolo fa è stato “uno dei più importanti terremoti italiani del XX secolo – ha rilevato l’Ingv in una nota e anche uno dei più forti ad oggi conosciuti con epicentro nell’Appennino settentrionale”. Non è comunque l’unico al quale stanno guardano gli esperti dell’Ingv: altrettanto e forse più interessante è quello avvenuto nel 1542 in un’area più vicina a quella del sisma di oggi.
Quel terremoto del 1919 ci insegna comunque che “la faglia che lo ha causato è abbastanza grande da generare terremoto di quella magnitudo, anche se la stima dell’epicentro è soggetta a incertezze importanti perché basata su ricostruzioni da fonti storiche”, che non reggono il confronto con la precisione degli strumenti attuali. “Quel terremoto – ha aggiunto – ci ha inoltre insegnato in quale contesto dobbiamo inquadrare il Mugello e che dobbiamo lavorare sulla prevenzione” Fonte ANSA