Bonus scuola, si parte a febbraio: ecco a chi spetta

Redazione
Bonus scuola, si parte a febbraio: ecco a chi spetta

Bonus scuola, si parte a febbraio: ecco a chi spetta. A febbraio insegnanti, dirigenti e personale scolastico potrebbero ritrovarsi 100 euro in più in busta paga. È il cosiddetto bonus scuola, retaggio del decreto Cura Italia.

Uno dei provvedimenti del Governo contenenti i primi aiuti per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica da Coronavirus. Il contributo, spiega laleggepertutti.it interesserà i lavoratori del comparto scuola.

E, in particolare: professori; presidi; personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ata) e direttori dei servizi generali e amministrativi (dsga, cioè coloro che coordinano il personale ata e sono subito dopo il preside nella gerarchia scolastica).

Però, di questi, avranno diritto all’aumento solo coloro che hanno lavorato in ufficio a marzo 2020, cioè nel periodo più critico della pandemia: il primo periodo della fase uno, quando l’Italia era in massima allerta.

L’aiuto, dunque, non interesserà chi, pur rientrando in queste categorie professionali, ha operato in modalità di smart working o è stato assente per altri motivi come malattia, ferie, congedi e permessi non retribuiti o retribuiti.

Prime erogazioni a febbraio

Le prime erogazioni sono previste a febbraio, ma anche qui c’è da fare un distinguo. Riceveranno a breve la somma i lavoratori delle scuole che si sono, per così dire, mosse prima.

Il ministero dell’Università e della Ricerca (Miur) aveva infatti chiesto agli istituti scolastici di portarsi avanti, facendo una ricognizione interna per capire chi, tra il personale potesse avere i requisiti per ottenere il beneficio.

I dati, poi, dovevano essere inviati al ministero. Da qui, però, è comunicato che non tutti gli istituti scolastici hanno proceduto all’adempimento. Quindi è data una scadenza che è il 12 febbraio alle ore 10.

Le scuole che non daranno comunicazioni al Miur entro questa tempistica avranno comunque accesso al contributo, ma successivamente. Oltre a questo, in una nota risalente al 9 gennaio scorso, il ministero aveva anche spiegato come sarebbe stata quantificata la cifra da riconoscere in busta paga ai singoli lavoratori.

In sostanza va usato il rapporto tra i giorni in cui si è lavorato in sede a marzo del 2020 e i giorni lavorabili. Questi ultimi sono 22 per chi lavora 5 giorni a settimana oppure 26 se i giorni lavorati settimanalmente sono 6.

A questo proposito, sempre per far capire come vengono individuati gli importi dei singoli bonus, una nota dell’Agenzia delle entrate ha chiarito che il calcolo è fatto moltiplicando il numero 100 per il rapporto tra giorni lavorati nel periodo di riferimento e giorni lavorabili.

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