Circeo: Ultima puntata, parole nude e crude del regista Maioli

Redazione
Circeo: Ultima puntata, parole nude e crude del regista Maioli
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Un delitto efferato che sembra aver segnato una svolta nel cambiamento della società italiana viene riproposto da una prospettiva nuova in “Circeo”.

La fiction racconta il massacro del Circeo a partire dal giorno precedente al delitto (29 settembre 1975) fino al processo di secondo grado (ottobre 1980), narrandolo dal punto di vista delle donne coinvolte.

La vittima Rosaria Lopez (Adalgisia Manfrida), la sopravvissuta Donatella Colasanti (Ambrosia Caldarelli), la giovane avvocata Teresa Capogrossi (Greta Scarano), personaggio di finzione ispirato alle donne che aiutarono la ragazza, e Tina Lagostena Bassi (Pia Lanciotti), legale della Colasanti.

Le parole del regista

“In questa storia la tematica delle donne è fondamentale, non solo rispetto all’evento criminale che l’ha originata, ma a tutto quello che ne è conseguito. Questo aspetto per me ha agito da traino consentendomi, da uomo, di aderire al racconto e cercare di metterlo in scena al meglio delle mie possibilità, sapendo che avere costantemente attorno a me un gruppo folto e ampio di donne mi avrebbe riportato il punto di vista femminile”.

“È diventato un momento fondamentale, avviando una reale messa in discussione di quella cultura patriarcale di cui non ci siamo ancora liberati. Un punto di forza della serie è sicuramente quello di mettere a parte chi non c’era all’epoca o non ricorda, quanto il massacro del Circeo, oltre ad essere di particolare crudeltà, abbia generato nella società civile e nella polemica politica un dibattito necessario”

“Quanto racconta è ancora fortemente vivo nella nostra società, con declinazioni diverse, ma con temi tutt’altro che risolti. Il mio auspicio è che questa storia possa riportare in modo concreto, lontano dagli ideologismi, quanto sia stato importante il femminismo e quanto lo è tuttora”.

“Importante al di là del fatto di essere uomini o donne; ed anche per interrogarci quanto noi che ci crediamo lontani da culture e comportamenti spregevoli possiamo essere costantemente a rischio. Quindi intercettare qualsiasi forma di sopruso e violenza verbale o fisica nei confronti di una donna”.

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