Coronavirus, in Lombardia tamponi su sospetti Covid per rientro al lavoro

Redazione
Coronavirus, in Lombardia tamponi su sospetti Covid per rientro al lavoro

Coronavirus, in Lombardia tamponi su sospetti Covid per rientro al lavoro. La Regione Lombardia dà il via libera ai tamponi sui sospetti Covid, ma solo per i pazienti in isolamento domiciliare che abbiano avuto un contatto con un caso di coronavirus “accertato o sospetto” e solo al termine dei 14 giorni di ‘sorveglianza’ attiva del medico di fiducia. E’ quanto riporta una circolare della Regione che l’Adnkronos ha potuto visionare, inviata ieri alle Ats e ai loro dg da parte della Direzione generale Welfare. Seguici su Notizie in tempo reale

Si tratta della circolare con cui viene stabilito l’allungamento della quarantena dei casi sospetti fino a 28 giorni, una nuova direttiva già annunciata dall’assessore al Welfare Giulio Gallera qualche giorno fa per evitare che persone guarite ma ancora contagiose escano di casa o vadano al lavoro infettando qualcun altro. Ecco, oltre a questo aspetto, nella circolare si parla dei tamponi, che finora non erano stati eseguiti ai sintomatici curati a casa, senza passaggio in ospedale.

Saranno, in questo caso, i medici di medicina generale a “richiedere all’Ats l’esecuzione di un tampone nasofaringeo per la ricerca di SARS-CoV-2: con risultato negativo – spiega il documento – si conclude l’isolamento fiduciario con ripresa dell’attività lavorativa”. In caso, invece, di risultato positivo, si torna in isolamento domiciliare obbligatorio fino a che un doppio tampone non abbia dato esito negativo.

Nel caso in cui invece, spiega la circolare, il medico di base si trovi di fronte a una persona con sintomi simil-influenzali ma senza “evidenza di contatto” con un caso Covid-19 “è stato evidenziato all’Iss l’opportunità di valutare l’allungamento del tempo di osservazione durante il quale rilevare l’assenza/presenza di sintomi, da 14 a 21 o meglio 28 giorni”.

Siccome un elevato numero di pazienti si trova in queste circostanze, non sarà possibile eseguire a tutti costoro “sistematicamente” un tampone. Da qui, la decisione di attuare un comportamento ancora più “prudenziale” sul rientro al lavoro, allungando la quarantena.

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