Frantoi aperti: Coldiretti e Aprol, in Campania merenda Pane e olio

Redazione
Frantoi aperti: Coldiretti e Aprol, in Campania merenda Pane e olio

Campania. Una merenda “a centimetro zero” per scoprire l’olio nuovo 2019. Torna l’evento “Frantoi Aperti”, promosso da Coldiretti e Aprol Campania, che coinvolge tutto il territorio regionale e che si apre quest’anno alle scuole Primarie con visite guidate, laboratori sulla sana alimentazione, degustazione dell’extravergine con la merenda contadina tradizionale fatta con pane e olio. Nelle giornate di venerdì 18 e di sabato 19 ottobre, a partire dalle ore 10, i frantoi saranno aperti anche alle famiglie.

Diversi i frantoi che hanno aderito all’iniziativa

In provincia di Avellino le strutture ospitanti sono il frantoio Ricci di Luogosano e il frantoio Fam di Venticano; in provincia di Benevento sono disponibili il frantoio G&G di Apice e il frantoio Iannotti di San Lorenzo Maggiore; in provincia di Caserta ci sono il frantoio Olibano di Sessa Aurunca, il frantoio Migliozzi di Teano, il frantoio Spinosa di Piedimonte Matese e il frantoio Fratelli Di Girolamo di Pignataro Maggiore; in provincia di Napoli c’è il frantoio Santa Maria della Neve di Massa Lubrense; in provincia di Salerno sono aperti il frantoio Peteca di Giffoni Valle Piana, il frantoio Nicoletti di Laurino e il frantoio Monzo di Stella Cilento.

L’olio extra vergine di oliva

L’olio EVO è la base di un’alimentazione sana, ricco di polifenoli, molecole antiossidanti che contrastano ed eliminano la presenza di radicali liberi nel nostro corpo e che hanno il compito di aumentare le nostre difese immunitarie. Tra gli acidi grassi insaturi presenti nell’olio extravergine di oliva, si distinguono in particolare l’acido oleico monoinsaturo, che ha il compito di contrastare il colesterolo cattivo favorendo la stabilità del colesterolo buono (HDL) e l’acido linoleico, la sostanza che svolge una funzione antidolorifica e antinfiammatoria.

In Campania oltre 74mila ettari ad oliveto

La Campania possiede oltre 74 mila ettari coltivati ad oliveto, di cui il 5% circa con metodi di produzione biologica. Le principali varietà olivicole campane sono: l’Ogliarola, la Marinese e la Ravece in provincia di Avellino; l’Ortice, l’Ortolana e la Racioppella in provincia di Benevento; l’Asprinia, la Tonda, la Caiazzana e la Sessana in provincia di Caserta; l’Olivo da olio (detta anche Cecinella o Minucciolo) in penisola Sorrentina, Napoli; la Rotondella, la Carpellese, la Nostrale, la Salella, la Biancolilla e la Pisciottana in provincia di Salerno. A queste autoctone vanno aggiunte varietà come il Leccino e il Frantoio, che pur non essendo autoctone sono presenti da lungo tempo in varie zone della regione. L’olio nuovo esprime al meglio le proprietà organolettiche, antiossidanti e nutrizionali che tendono a deperire nel tempo. In Campania sono cinque le Dop: Cilento, Colline Salernitane, Irpinia – Colline dell’Ufita, Penisola Sorrentina e Terre Aurunche.

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