Il Metodo Fenoglio: che cosa pensa Alessio Boni del personaggio
Il Metodo Fenoglio: che cosa pensa Alessio Boni del personaggio. Sulla domanda chi è Pietro Fenoglio la risposta di Boni è chiara e lineare. A Tv Sorrisi e Canzoni dice che è molto simile al personaggio letterario, è un torinese che viene mandato a Bari per seguire un caso.
A Bari si innamora di Serena (Giulia Bevilacqua) e decide di rimanere. Sono gli Anni 80-90, la città è pericolosa, c’è una mattanza di morti per la guerra fra cosche.
Entra in questo mondo pur essendone completamente estraneo. Lui voleva fare il letterato, scrivere libri, insegnare all’università, ma poi diventa carabiniere per caso e scopre che gli piace districare la matassa come Sherlock Holmes.
Boni poi spiega che Pietro Fenoglio detesta la violenza e le armi, non vorrebbe mostrare nemmeno il tesserino, ma ama il suo lavoro, ne è ossessionato. Il suo metodo a volte funziona e altre no, è un modo diverso di vedere le forze dell’ordine e cerca di insegnarlo al suo gruppo-
Come ha fatto Boni per interpretarlo?
Boni spiega che per interpretare il personaggio è partito dalla musica classica che lui ascolta nel walkman e che lo ispira aiutandolo a concentrarsi. Spesso quando creo un personaggio cerco una musica che mi faccia avvicinare a lui. In questo caso mi ha aiutato quella del compositore Rachmaninov-
Un uomo sui generis. Boni poi chiarifica un concetto di base sul personaggio. Pur essendo un Maresciallo dei Carabinieri è diverso dal Maresciallo Rocca che porta la divisa. La diversità sta nel fatto che Fenoglio fa parte dei corpi speciali, del nucleo operativo. Deve essere in borghese, altrimenti lo riconoscono subito.
La serie tv è da vedere
La serie televisiva va vista. Si tratta di una fiction di successo che merita di essere vista perché insieme all’intreccio mette in evidenza anche l’aspetto storico delle guerre mafiose, che producono morte e distruzione.