Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura, è morto

Lo scrittore aveva 89 anni. E' stato, oltre che scrittore affermato, anche un politico sempre in prima linea

Redazione
Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura, è morto

Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura, è morto. Lo scrittore aveva 89 anni. E’ stato, oltre che scrittore affermato, anche un politico sempre in prima linea.

Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2010 e membro dell’Académie Française, è morto a Lima il 13 aprile all’età di 89 anni.

Negli ultimi tempi, circolavano voci sul peggioramento della sua salute, affermate dal figlio Alvaro lo scorso ottobre, che aveva dichiarato l’intenzione del padre di ridurre l’intensità delle sue attività nella vigilia dei suoi 90 anni.

Durante la pandemia di Covid-19, Vargas Llosa era stato ricoverato in ospedale per un lungo periodo. Vargas Llosa era celebre per la sua descrizione spinoziana delle strutture del potere e per il racconto della resistenza dell’individuo, caratteristiche che lo hanno portato a ricevere il Nobel.

Le sue opere hanno espresso l’esperienza umana in tutte le sue sfaccettature, rappresentando sia la realtà oggettiva che i fantasmi che la creano.

Il grande scrittore era noto per il suo amore per il romanzo come genere, considerandolo l’unico in grado di esprimere la totalità del mondo narrativo.

Lo scrittore e il politico

Nato a Arequipa, in Perù, nel 1936, ma naturalizzato spagnolo, Vargas Llosa è considerato non solo uno scrittore, ma anche un politico ‘in prima linea’. Iniziò la sua carriera letteraria nel 1959 con la raccolta di racconti ‘Los jefes’, ma si impegnò anche nella vita sociale e politica.

Passò da un’ammirazione iniziale per Fidel Castro e le idee comuniste a posizioni neoliberali in tema di economia e politica. Nel 1990, si candidò come presidente in Perù per una coalizione di centro-destra, ma non fu eletto, sconfitto dal centrista-neoliberista indipendente Alberto Fujimori.

Seppur politicamente attivo, il suo impegno principale rimaneva la letteratura. Vargas Llosa è considerato uno degli autori più influenti del Sudamerica, e il suo nome è accostato a quello di grandi scrittori come Gabriel García Márquez, Julio Cortázar, Carlos Fuentes, Jorge Luis Borges e Octavio Paz.

Il suo romanzo d’esordio, ‘La città e i cani’ (1963), ben accolto in Europa ma bruciato in piazza in Perù, fu seguito da altre numerose opere, tra cui ‘La casa verde’ (1966), ‘Conversazione nella cattedrale’ (1969), ‘Pantaleón e le visitatrici’ (1973), e ‘La zia Julia e lo scribacchino’ (1977).

La sperimentazione del genere giallo

La sua carriera letteraria incluse anche la sperimentazione del genere giallo. Oltre al premio Nobel, Vargas Llosa ha ricevuto molti altri riconoscimenti importanti, tra cui il Principe delle Asturiae, il Cervantes, il Grinzane-Cavour alla carriera e la presidenza del Pen Club International.

Nel 1993, ha chiesto e ottenuto la cittadinanza spagnola, concessa dal governo di Madrid, che ha potuto acquisire senza rinunciare a quella peruviana. Nel 1994, è stato nominato membro della Real Academia Española.

La sua vita privata fu piuttosto movimentata: sposò due volte, la seconda delle quali la cugina Patricia Llosa, madre dei suoi tre figli, da cui si separò nel 2016 a seguito della rivelazione della sua relazione con Isabel Preysler.

Fu famoso anche per la sua amicizia, e successiva rissa, con Gabriel García Márquez, per motivi, tra l’altro, mai chiariti.

Maria Laudando

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