Omicidio Antonio Gaetano: arrestato Emanuele Bruno, presunto autore

Il giovane ventenne fu ammazzato sul lungomare di Napoli due anni fa. Dalle indagini è venuto fuori che a sparagli, presumibilmente sia stato il boss 23enne

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Omicidio Antonio Gaetano: arrestato Emanuele Bruno, presunto autore
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Omicidio Antonio Gaetano: arrestato Emanuele Bruno, presunto autore. Il giovane ventenne fu ammazzato sul lungomare di Napoli due anni fa. Dalle indagini è venuto fuori che a sparagli, presumibilmente sia stato il boss 23enne.

L’omicidio di Antonio Gaetano, un giovane di quasi 20 anni ucciso a Mergellina due anni fa, è stato ricostruito con precisione. A Napoli è stato arrestato il presunto responsabile.

Durante le indagini è stata sequestrata l’arma utilizzata nel delitto. La vittima morì in ospedale dopo dodici giorni di agonia. Le indagini iniziali condotte dalla Squadra Mobile hanno permesso di delineare il contesto dell’omicidio e di identificare Emanuele Bruno, 23 anni, tra gli arrestati odierni come possibile autore.

Dieci arresti per camorra

In aggiunta, sono stati effettuati dieci arresti legati alla camorra. Nei quartieri di Pianura e Fuorigrotta, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Gli individui coinvolti sono sospettati di reati mafiosi, tra cui omicidio ed estorsione con metodi mafiosi, nonché associazione per traffico di droga e detenzione illegale di armi.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sono scaturite dall’omicidio di Antonio Gaetano, affiliato al clan Marsicano-Esposito. Il giovane fu ucciso a colpi d’arma da fuoco in un agguato camorristico avvenuto nel marzo 2023 sul lungomare di Napoli.

In quel momento si trovava all’interno di un’autovettura con due amici quando un uomo a volto scoperto si avvicinò e aprì il fuoco, ferendolo gravemente.

Le ricostruzioni indicano che l’agguato rientrava in uno scontro tra il clan Marsicano-Esposito e una nuova fazione criminale legata alla famiglia Carillo, mirante al controllo del traffico di stupefacenti e delle estorsioni nel quartiere di Pianura.

Ulteriori approfondimenti investigativi sui gruppi camorristici in conflitto hanno rivelato che un leader del clan Marsicano-Esposito, allora detenuto, utilizzava illegalmente un cellulare per coordinare le attività estorsive dei suoi affiliati nei confronti dei gestori delle piazze di spaccio a Pianura e per orchestrare altri atti violenti.

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